La campagna #FamostoStadio lanciata domenica da Luciano Spalletti è ancora virale sui social network. L’argomento del nuovo stadio giallorosso che dovrebbe sorgere a Tor di Valle continua a far parlare sostenitori e detrattori: tifosi, personaggi dello spettacolo, politici, ognuno in queste ore ha detto la sua. Dal ministro dello sport, Luca Lotti («Il Governo non c’entra niente, mai io sto con il mister Spalletti»), ad alcuni consiglieri del Pd che ieri si sono presentati in Assemblea Capitolina con dei cartelli con sopra l’hashtag più commentato degli ultimi giorni. Prima ancora lo avevano fatto tanti dirigenti e calciatori della Roma (Totti, Florenzi, Ruediger, Strootman, Dzeko e Fazio in primis). La totalità dei tifosi sostiene la società (ieri sera due striscioni sono apparsi all’Olimpico durante la gara con la Fiorentina: uno in tribuna Tevere, l’altro in Monte Mario), ma dopo l’incontro di ieri tra i proponenti e i rappresentanti della Giunta è aumentata la spaccatura con i sostenitori del Movimento Cinque Stelle.
«Lo stadio è un diritto per qualsiasi società, non ci provate ad incantare i tifosi. Svegliaaaa» dicono Cristina e Leandro su Twitter. «AAA cercasi emiro, sceicco, multimiliardario, costruzione stadio pro bono in zona pregiata. Esclusi perditempo» il messaggio ironico di un altro tifoso. Sempre sul filo dell’ironia il pensiero di Edoardo: «Il problema idraulico c’è sulla Salaria ogni volta che piove: pozze a non finire con pericolo per chi la percorre». Non tutti però vedono di buon occhio il progetto. «Mafia Capitale non contenta della mancata Olimpiade ci prova con #famostostadio, alla fine qualche appalto dove lucrare deve uscire» è il pensiero di Stefano. «Prima #Olimpiadi poi #famostostadio e ora #Rydercup. Per il Pd valgono solo i circenses, il panem se lo so’ magnato da un pezzo», è la critica rivolta da Aldo. «Mezzo centro Italia affronta la calamità più imponente degli ultimi cento anni, e la gente pensa allo stadio», dice Luca. «#Famostostadio ma secondo le regole, nel rispetto delle norme, senza i soliti giri di MafiaCapitale», è infine Il messaggio di Massimo. Ma avrebbe potuto scriverlo benissimo la sindaca Raggi.