L’uomo in più che non t’aspetti, l’alleato silenzioso o l’emozionato complice di un’esultanza dopo un gol. E se il loro contributo si rivela decisivo, c’è spazio anche a tavola insieme ai giocatori. José Mourinho e i raccattapalle, un curioso rapporto che nasce da lontano, una sinergia sbocciata in maniera spontanea, ben prima della sua esperienza sulla panchina giallorossa, ma che nelle ultime gare all’Olimpico è diventata una simpatica costante.
Dopo il terzo gol siglato all’Udinese da El Shaarawy, lo Special One ha iniziato a correre verso la Monte Mario, trovando sulla sua strada il giovane Matteo Malafronte, centrocampista dell’Under 17 giallorossa: “Mi sono rilassato, c’era un bambino, per fortuna non era un poliziotto o una donna”. Questo il commento del portoghese, pochi giorni prima del secondo atto, andato in scena contro la Fiorentina.
Le indicazioni per affrontare al meglio i corner battuti dai viola, scritte su un foglietto, sono state affidate alle giovani mani di Lukas Bruscaglia, un giovane centrocampista della Roma Under 15, nato nel 2009. La sua corsa emozionata verso Rui Patricio è una delle immagini più curiose della notte dell’Olimpico.
Non solo i raccattapalle giallorossi, nella storia di Mourinho ci sono stati altri capitoli simili. Celebre, infatti, l’episodio ai tempi del Tottenham, quando gli Spurs riuscirono a pareggiare contro l’Olympiakos in Champions League (rete di Kane), grazie all’aiuto del raccattapalle 15enne Callum Hynes, rapidissimo nel consegnare a Serge Aurier il pallone per la rimessa laterale.
Il giovane calciatore londinese fu ringraziato e abbracciato in campo dal tecnico portoghese e poi invitato, due giorni dopo, a pranzare all’interno del centro sportivo degli Spurs alla vigilia della sfida contro il Bournemouth. Dalla Premier all’Olimpico, dove anni fa dei giovanissimi Caprari e Cancellieri divennero protagonisti, sempre nelle vesti di raccattapalle. (…)
FONTE: Il Romanista – A. Di Carlo