E allora, visto che non c’è stato modo di arrivare primi, meglio consolarsi con i bambini, come piace dire a lui. Con l’esordio assoluto di Mannini ieri sono diventati 13 i baby lanciati da Mou. Anche se poi a graffiargli il cuore sono state soprattutto le lacrime finali di Pisilli, che aveva esordito lo scorso anno a San Siro ma che in questo non aveva ancora mai giocato.
“Per Niccolò è stato il primo gol, in Europa League, nella porta magica dove sognava di segnare da bambino – dice alla fine Mourinho – E’ una grande gioia vedere un bambino piangere così, sono dovuto scappare per non piangere anche io. Come lui ne ho fatto esordire tanti qui. Ragazzi cresciuti qui, che da bambini venivano allo stadio con il papà o il nonno. E vederli giocare ora con la prima squadra è una grandissima emozione”.
Già, anche se poi c’è il rammarico per quel secondo posto finale che un po’ di amaro in bocca lo lascia eccome. “Siamo secondi per colpa nostra e quella partita orribile di Praga – continua Mou –. Ora ci toccano due partite in più contro una squadra di Champions, ma penso che anche loro non saranno molto contente di trovarci. Il Benfica è frustrato per non essere andato avanti in Champions, cosa che potevano fare anche Lens, Galatasaray o Feyenoord. Spero solo che non succeda come lo scorso anno, quando superammo Salisburgo, Real Sociedad e Leverkusen e sembrava avessimo battuto una squadra delle Far Oer. Serve rispetto, in Europa League non abbiamo paura di nessuno e in Italia possiamo lottare tranquillamente per il quarto posto”.
La vetrina è soprattutto di Pisilli. “Questo è il sogno di una vita, io che sono romanista fin da piccolo e che sono entrato a Trigoria a 9 anni. Segnare con questa maglia, in questo stadio con la Sud che urla il mio nome, non potevo neanche immaginarlo. Ho cercato di giocare tranquillo, senza paura, come mi ha detto il mister. Le lacrime? Difficile spiegarle, lì ho pensato a tutto il percorso fatto per arrivare fin qui”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese