Convinti come siamo che questa Roma abbia potenzialità non ancora totalmente espresse ci accostiamo a questo spareggio per il quarto posto col Napoli (calcio d’inizio ore 20,45, farà freddino, ma non freddissimo, chi resta a casa potrà vederla esclusivamente su Dazn, tutti possono sentirla in radiocronaca su Radio Romanista) con la fiducia che la sconfitta di Bologna non ha scalfito.
I bookmakers, che come al solito non indugiano nei sentimentalismi, vedono un leggero vantaggio per gli ospiti: la vittoria del Napoli viene pagata due volte e mezzo la posta, quella della Roma tre, come il pareggio. Ed è persino naturale che affrontare i campioni d’Italia significhi rischiare di non portare a casa il risultato pieno. Ma poi circostanze ed evenienze possono cambiare l’esito di una sfida e di questo alla vigilia è giusto tener conto, almeno cercando di raccapezzarsi nelle circostanze e nelle evenienze.
E invece la superficialità dell’approccio di molti media nelle vicende degli ultimi giorni fa vivere ogni tifoso nel rimbombo delle notizie sparate, come spesso accade, a casaccio: dalla Superlega ai possibili rinforzi invernali, dalle liti di campo ai rinnovi di contratto, si va avanti per slogan o per titoli acchiappa-clic.
Molta forma, poca sostanza. Un condizionale nell’articolo diventa indicativo nel titolo e imperativo in prima o in home-page, ci si aggrappa all’amico dell’amico, o al procuratore compiacente (ora anche ai portavoce dei procuratori, sic), pochissimi hanno accesso a fonti realmente privilegiate, ma la discussione del giorno si costruisce su quel che si dice, quasi mai su quel che realmente accade.
Si è arrivati persino ad individuare all’Eur allenatori di altre squadre negli stessi momenti in cui erano in campo con i loro giocatori, a 300 chilometri di distanza. Ma intanto il sito con quel trash fa clic e fattura, e la discussione s’intossica perché la calunnia è un venticello: piano piano, terra terra, sottovoce, sibilando, diceva il poeta addirittura 200 anni fa.
Poi c’è chi dice no, e magari dice Forza Roma. Che si fida della Roma, dei silenziosi uomini che guidano il club (recentemente presi di mira persino perché sono andati come ogni anno a trascorrere le feste natalizie in famiglia e non al cenone del club) e dei magari meno silenziosi uomini che la gestiscono sul campo.
Questi uomini, Dan Friedkin e José Mourinho, fanno quel che possono, e possono molto, ognuno nel suo campo. Sarebbe bello vederli lavorare insieme ancora a lungo, c’è margine affinché accada e il risultato di oggi in questo senso può dare – neanche tanto figurativamente – una bella mano.
PER CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO CLICCARE QUI
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco