I rimpianti, a volte, hanno un’andatura da diesel. Ad esempio, se si facesse un sondaggio sul difensore rivelazione del campionato finora, vincerebbe senza rivali Riccardo Calafiori. Ebbene, il 21enne che ha fatto innamorare Bologna e ha destato già l’interesse della Nazionale, a Trigoria infatti provoca rodimenti difficili da placare. Comprensibile. E poiché il destino ha senso dell’umorismo, adesso la Roma avrebbe disperatamente bisogno di un centrale, e per questo lo sta cercando in mezza Europa.
Perciò, come fare a non immalinconirsi se si pensa che Calafiori – romano e romanista (e rimasto legato a Mou) – è cresciuto nelle giovanili giallorosse senza che nessuno, prima di Thiago Motta, capisse che un buon terzino sinistro poteva diventare uno straordinario centrale? Invece, nella prima stagione di Mourinho alla Roma, dopo 429 minuti sgranati in nove presenze, è stato ceduto senza rimpianti per 4 milioni al Basilea (più il 40% sulla rivendita), che l’estate scorsa lo ha rivenduto alla stessa cifra al Bologna. A quel punto, la rivelazione ha preso piede.
Dove Mou – il valorizzatore di Volpato, Tahirovic, Zalewski, Bove e dello stesso Felix, avversario di stasera – non ha saputo scorgere il centrale difensivo “in fieri”, Motta ci è riuscito. Per la gioia del Bologna e delle sue ambizioni. Morale: adesso tocca all’affannato Pinto e al suo mini-budget da un milione (a meno che non partano Spinazzola e Sanches), sfogliare la margherita con su scritti i nomi di Theate (Rennes), Soyuncu (Atletico Madrid), Dier (Tottenham), Pavlovic e Solet (Salisburgo). E pensare che Calafiori era lì, ad allenarsi in gruppo con addosso la maglia della Roma. Bastava alzare gli occhi e osservarlo. Ma con fantasia.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini