Il colpo di scena arriva alle otto di sera. Quando l’audio con le parole durissime dell’assessore Paolo Berdini contro Virginia Raggi invade la rete e arriva sul cellulare della grillina. E allora l’iniziale strategia da pentapartito delle «dimissioni respinte, ma con riserva» vacilla. E il titolare dell’urbanistica, dopo una giornata piena di goffe smentite e processi subìti in Campidoglio, sembra con più di un piede fuori dalla giunta pentastellata. E’ in bilico? Di più. Il tutto nonostante «si sia presentato con la cenere in capo e i ceci sotto le ginocchia», spiega la grillina durante una conferenza stampa organizzata da Luigi Di Maio per fare il punto sul buon governo M5S nelle amministrazioni locali, ma che alla fine ruota tutta intorno all’ennesimo terremoto politico nel Comune di Roma.
LA SVEGLIA – E’ un colloquio pubblicato da La Stampa a dare il buongiorno a Virginia Raggi. L’assessore Berdini mette in fila una serie di accuse. Dice che la sindaca «su certe scelte sembra inadeguata al ruolo che ricopre». E che «i grand commis dello Stato, che deve frequentare per dovere, lo vedono che è impreparata, strutturalmente, non per gli anni». Berdini, riporta il quotidiano di Torino, pensa che Raggi «si è messa in mezzo a una corte dei miracoli, una banda». Non solo: l’assessore, titolare del dossier sullo stadio di Tor di Valle, si lascia andare anche a una confessione sulla vita privata della grillina e sulle vicende giudiziarie che la riguardano: «Sono proprio sprovveduti. Questi – dice l’assessore riferendosi al rapporto con Salvatore Romeo titolare della polizza intestata alla Raggi – secondo me erano amanti. L’ho sospettato fin dai primi giorni, ma mi chiedevo, com’è che c’è questo rapporto?». «Io sono amico della magistratura – dice anche Berdini – Paolo Ielo lo conosco benissimo, è un amico, ma lei è stata interrogata otto ore. Anche lì c’è qualcosa che non mi torna». Una bufera. L’ennesima. «Virginia» legge e va su tutte le furie. Arriva in Campidoglio prima di pranzo e salendo le scale della Lupa annuncia: «Mi aspetto una smentita, a me ha sempre detto il contrario». Intanto, dal primo piano del Comune arriva una telefonata all’assessore: sei stato convocato d’urgenza, ti aspettiamo alle 14.30. Intanto, la maggioranza ribolle rabbia. Il consigliere «anziano» Enrico Stefano fa capire che questa volta Berdini, l’eretico comunista deve lasciare. Lui intanto prova a smentire (mentendo) in tutti i modi. Ma questa volta non funziona. Al primo piano di Palazzo Senatorio descrivono la sindaca ulcerata dalla rabbia e delusa, intanto si è rimesso in moto tutto un meccanismo interno al M5S: sono in molti i parlamentari a concordare in silenzio con le parole di Berdini. Che sale in Campidoglio alle 15. Prima i colleghi di giunta lo processano («Come ti permetti?»). Poi entra nella stanza di Raggi in compagnia del vicesindaco Luca Bergamo. Il confronto è duro. Lui ammette, si scusa. Alle 17.42 esce la nota di Berdini, al netto del vittimismo mediatico e dell’ennesimo tentativo di smentita, dice che «provo profonda amarezza per la situazione» e che «ho rimesso il mandato conferitomi dalla sindaca lo scorso luglio». Dopo sette minuti, 17.49, ecco la nota della sindaca: «Ho respinto le sue dimissioni con riserva». L’operazione è stata vagliata da Grillo in contatto telefonico. Poi la scena si sposta alla Camera di Commercio, per la conferenza stampa del M5S. «Ho avuto modo di chiarire con Berdini – spiega la prima cittadina – che si è scusato per le sue parole ed era effettivamente mortificato: adesso parleremo dei temi». Raggi in privato si sfoga: ora deve produrre gli atti, basta chiacchiere. E’ nera, piena di ira. Ma la situazione sembra a tratti rattoppata. Fino a quando appunto esce l’audio integrale delle parole di Berdini con allusioni ancora più pesanti alla vita personale della pentastellata. Che una volta ascoltato quelle parole perde le staffe: l’assessore ha le ore contate. Riunione fiume in Comune, ennesima notte di psicodramma.