Daniele, José, Dan. Un allenatore entrante che ha cominciato la sua seconda carriera romanista, baci, applausi, ovazioni, lacrime, da Capitan futuro ad allenatore con un grande futuro alle spalle. […] Un allenatore uscente che ha lasciato tra le lacrime, uno Special One che per la prima volta nella sua grande carriera ha capito di non aver capito.
E un presidente che dopo anni di silenzi e consensi, si è trovato pesantemente sul banco degli imputati, alla faccia dei circa novecento milioni già investiti in una Roma che da anni ha conti che definire traballanti è un esercizio di ottimismo. Di De Rossi si è detto di tutto e di più. Di José, figuratevi, siamo stato inondati da fiumi di parole che hanno fatto il giro del mondo. Di mister Dan, al contrario, si è parlato con il contagocce, se non per insultarlo e criticarlo.
Peraltro nel periodo in cui si infittiscono le voci di una possibile cessione a un fondo arabo pronto a garantire un’offerta indecente. Mister Dan l’ha smentita e ha ribadito che non ha intenzione di farsi da parte. Ora però, caro mister c’è bisogno di dare un seguito. Costruire un organigramma tecnico in grado di garantire conoscenza, competenza, intelligenza. Supportare De Rossi in tutto e per tutto. Presentare il progetto dello stadio, elemento imprescindibile per garantirsi un domani più solido.
FONTE: La Repubblica – P. Torri