Daniele De Rossi ha portato i suoi bimbi al park, nello specifico all’Al Awal di Riad, per dare un senso a questa amichevole programmata tra un’insidiosa sfida di campionato e un’altra e che però gli ha dato la possibilità di conoscere un po’ meglio i suoi ragazzi, stavolta proprio nel senso letterale del termine. L’amichevole è stata vinta dalla Roma 2-1, il che non è mai un male.
Nel tabellino sono finiti Joao Costa, autore del primo goal su assist di Zalewski, e Romelu Lukaku, entrato in campo per l’ultima mezz’ora al posto del solito, abulico Belotti, a ristabilire il vantaggio che era stato messo in discussione dal suo connazionale Ferreira Carrasco con una punizione chirurgica all’incrocio dei pali.
L’importante è stato che nessuno si sia fatto male e che l’allenatore abbia potuto continuare ad esprimere il proprio credo tattico modulato sul 433, declinato stavolta con Svilar in porta, una linea difensiva con Celik e Kristensen esterni, Golic e Llorente centrali, un centrocampo con Cristante e Pisilli mezze ali e Paredes in cabina di regia, con Joao Costa e Zalewski esterni d’attacco e il Gallo centravanti.
Pochi gli spunti di cronaca in un primo tempo giocato su bassi ritmi, servito comunque a capire almeno quello che chiede Daniele De Rossi. Che poi in questo momento non sempre corrisponda con quello che si vede è un altro discorso: in fase di possesso il tecnico vuole che terzini ed esterni alti si dispongano sulla linea del fallo laterale, i due difensori centrali larghi in impostazione, il regista che all’occorrenza diventi il terzo a disegnare, due intermedi pronti a cucire il gioco e ad inserirsi nella fase di rifinitura laddove gli spazi lo consentono.
In cronaca vanno segnalati due tentativi di Belotti, il primo al 10’ fuori in diagonale da buona posizione, il secondo di testa alto al 26’. Al 32’ c’è stata la prova del gol arrivato nella ripresa, con cross di Zale e rifinitura fuori di Joao dopo maldestra smanacciata del portiere. Nel finale ancora l’esterno è stato pericoloso con un bel destro in seguito ad azione di calcio d’angolo, poi ci ha provato Celik.
In fase di non possesso nella prima fase la Roma non ha praticamente rischiato nulla, cercando pressioni intermittenti con i mediani alti fino all’altezza dei difensori centrali avversari in impostazione, il centravanti chiamato a muoversi a pendolo a disturbare il primo portatore, gli esterni alti a schermare i terzini.
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco