L’avventura di Lukaku alla Roma, dopo un’estate tumultuosa di calciomercato, era cominciata alla grande. Arrivato in presti to oneroso dal Chelsea, Big Rom aveva ingranato subito: 7 gol nelle prime 7 presenze da titolare, 5 in campionato e 2 in Europa League. La coppia con Dybala faceva sognare i tifosi della Roma e permetteva a Mourinho di giocare con una squadra molto «chiusa»: che in avanti ci pensassero i due fenomeni…
Dalla doppietta al Cagliari dell’8 ottobre, però, l’apporto del belga è calato: 8 gol in 21 partite, tra campionato (4 in 15 presenze), Coppa Italia (uno in due partite, contro la Cremonese e non contro la Lazio) e Europa League (3 gol in 4 apparizioni).
I gol “pesanti”, che hanno davvero portato punti, sono stati segnati contro Lecce (2-1), Verona (2-1), Torino (1-1) e Fiorentina (1-1). Quella viola, insieme al Napoli, è l’unica concorrente alla Champions League contro la quale sia andato a segno.
Le due sfide con l’inter sono state forse le peggiori di tutte. Il prestito di Lukaku scade a giugno. Il Chelsea ha inserito una clausola rescissoria da 43 milioni di euro, impensabile per una Roma non qualificata per la Champions League e comunque da valutare dopo il rientro di Tammy Abraham, a marzo, che al contrario di Lukaku è di proprietà del club e ha un contratto fino al 2026.
Ci dovrà pensare De Rossi, che nel frattempo ha perso Belotti ma recuperato Azmoun, ritornato dalla Coppa d’Asia giocata con l’Iran.
Giovedì la Roma gioca a Rotterdam l’andata del playoff di Europa League con il Feyenoord. Non vedere Lukaku titolare sarebbe una grande sorpresa. Riposerà a Frosinone la domenica dopo? E a giugno chi lo prenderà?
FONTE: Il Corriere della Sera – L. Valdiserri