“Se siamo contenti perché abbiamo giocato una buona partita ma abbiamo perso, significa che la direzione è la mediocrità e non possiamo permettercelo“. L’altra faccia della medaglia della sconfitta con onore contro l’Inter la spiega al meglio mister Daniele De Rossi. Che incassati i complimenti dopo il 4-2 ricevuto dai nerazzurri, non vuole perdere tempo a specchiarsi.
Anzi, torna subito sulla terra. “Sono figlio di Spalletti, quando ci facevano i complimenti, anche se perdevamo, non li accettava. L’Inter non ha rubato nulla, potevamo finire in pareggio. Se vogliamo competere dobbiamo diventare perfetti analizzando la sconfitta“. Perché la direzione intrapresa dalla sua Roma è ben definita a livello di gioco. Offensiva, divertente e propositiva.
Tutti concetti messi in pratica alla perfezione nel primo tempo di sabato sera. Poi è mancato l’ultimo tassello. Quello della concretezza. In sintesi dei punti in classifica. Sarà il passo in più da fare dalle prossime partite. Nell’unico punto di contatto con la precedente gestione tecnica. Mourinho faceva del risultato l’unico credo calcistico. Per il portoghese non esistono belle sconfitte. E per due anni e mezzo ha provato a cambiare il chip dei calciatori. Il manifesto della mediocrità, tanto per lo Special One quanto per De Rossi.
Giovedì si vola a Rotterdam per sfidare il Feyenoord nel playoff di Europa League. Le sconfitte da pacche sulle spalle oltre a non essere accettabili non portano a nulla. “Win or go home” dicono gli americani. Se vinci passi, se perdi vai a casa.
A Rotterdam De Rossi avrà tutti a disposizione, tranne Abraham ancora alle prese con il recupero dall’infortunio. Compreso Smalling che proprio giovedì potrebbe tornare in campo dopo oltre cinque mesi d’assenza. Rimane in dubbio invece Cristante, uscito per infortunio contro l’Inter. “Bryan ha un problema alla schiena che si porta dietro da tempo. Non nasce da oggi, ma ci convive“, ha svelato De Rossi a fine partita.
FONTE: La Repubblica – M. Juric