Una spallata di Lukaku rimette a posto una partita che, fin lì, la Roma stava perdendo immeritatamente. Il gol del belga – numero 16 in stagione (9 in campionato, 6 in Europa e uno in Coppa Italia) e 26 in Europa League con Everton, Inter e Roma, raggiungendo Aduriz al terzo posto nella classifica all time (esclusi preliminari) e dietro solo a Radamel Falcao e Aubameyang (30) – non è nei manuali del calcio ma resta pesantissimo. In un primo tempo è sembrato un colpo di testa “alla Pruzzo”, nell’angolino più lontano. Alla terza moviola si scopre il colpo di spalla, ma la realtà non cambia.
La Roma esce da Rotterdam con un pareggio sofferto nel finale ma meritato, chiuso da una bella parata di Svilar che ha giocato al posto di Rui Patricio, come sempre in Europa League in questa stagione. Si deciderà tutto all’Olimpico, tra due squadre che in questi anni si sono affrontate spesso e in partite equilibrate. Fin qui l’hanno spuntata sempre i giallorossi, prima nella finale di Conference 2022 a Tirana e l’anno scorso nei quarti di Europa League
La qualificazione resta in bilico, ma la Roma ha preso un piccolo vantaggio. Questa volta lo stadio giocherà con lei e non con il Feyenoord. La gara, tra due squadre che giocano in modo simile, è andata a folate. La Roma ha colpito una traversa con Paredes ma ha subito gol nel recupero del p.t. con Llorente in ritardo su Paixao.
Un altro cross, come quelli che erano costati due gol contro l’Inter. Lo sa anche De Rossi: “Chiedo di occupare lo spazio in una certa maniera, ma si vede che non l’ho ancora spiegato bene”. I recuperi di Ndicka e (forse) di Smalling possono aiutare, visto che tra sette giorni, Slot riavrà appieno il suo bomber Gimenez (21 gol in 24 presenze tra campionato e Champions), ieri in campo solo al 63′. Ma anche la Roma, soprattutto in Europa League, è messa bene con il centravanti. Con Lukaku è come se partisse sempre da 1-0.
FONTE: Il Corriere della Sera – L. Valdiserri