Ci ha sperato davvero per almeno un paio di giorni, Daniele De Rossi, di diventare l’allenatore della Fiorentina. Questione di “sliding doors“, ovvero di porte scorrevoli. Che tuttavia nell’estate 2020 per l’attuale tecnico della Roma passarono in un batter d’occhio dall’essere spalancate a rimanere chiuse a doppia mandata.
Galeotto fu un flirt, quello tra DDR e il ds Pradè, che non fu gradito ai piani alti della dirigenza viola. In particolar modo non piacque a Rocco Commisso, che profondamente legato a Iachini (e riconoscente verso il lavoro svolto dal marchigiano, subentrato a Montella) scelse di riconfermare il mister che aveva scelto pochi mesi prima, rifiutando qualsiasi altra opzione tra cui quella che portava a De Rossi, che aveva da poco terminato la sua carriera di calciatore nel Boca.
Ne seguì un bisticcio: la Fiorentina, a muso duro, smentì i rumors legati a De Rossi (Commisso parlò di fake news). La stima della Fiorentina per De Rossi si sera già peraltro manifestata in altre forme nel 2019, ovvero quando terminata la sua parentesi alla Roma, i viola chiesero al “capitan futuro” la disponibilità di trasferirsi a Firenze, per rappresentare assieme a Ribery. Daniele ebbe modo di rifletterci e anche in quel caso il suo sì pare vicino. Poi, però, il richiamo del Boca fu irrinunciabile.
FONTE: La Nazione – A. Giannattasio