Fra trenta giorni saranno trenta. Gli anni. Un’età che racconta abbastanza di ciascuno e consente quei bilanci che servono per rilanciare ambizioni. Federico Fazio li compirà il prossimo 17 marzo e – in tema di valutazioni – sicuramente l’Europa League è una delle cose della vita che sarà incasellata tra le cose positive. Col Siviglia, infatti, il difensore ha già vinto la manifestazione per due volte (2014 e 2016, nel 2007 era in rosa ma non giocò neppure un minuto) e ha tutta l’intenzione di fare il tris. Inutile dire come il Villarreal non sia affatto d’accordo.
OBIETTIVO VITTORIA – «Quella di Escribà è una buona squadra – spiega il Comandante, soprannome che si attaglia bene al suo modo di guidare la difesa –. Giocano bene, in modo compatto sia in attacco che in difesa, con un’uscita veloce della palla. Io li conosco. Hanno buoni calciatori, senza contare che giocano in uno stadio molto bello dove il pubblico si sente. Negli ultimi 15 anni, poi, hanno maturato tanta esperienza di Champions ed Europa League». Di sicuro, però, il Villarreal non è in grande forma, visto che hanno vinto una sola delle ultime 9 partite. «Ho notato che hanno sofferto meno con una grande come il Siviglia che col Malaga, ma può capitare. Comunque sappiamo come affrontare questa doppia sfida, perché non dobbiamo dimenticare che si gioca sui 180’. Obiettivi? Siamo preparati per giocare tutte e tre le competizioni e le vorremmo vincere tutte. Certo, l’Europa League è importante e sappiamo che tutti quanti – noi e i tifosi – vorremmo imporci. Una cosa è certa, siamo venuti per vincere: prima qui a Villarreal e poi la Coppa».
VOGLIA D’AZZURRO – Con queste premesse, non sorprende che un giocatore dal carattere di Fazio non si accontenti di giocare solo nei club. Ha voglia di palcoscenici più importanti, quelli che solo una Nazionale sa dare. «In Argentina non sono passato per un club importante – aveva detto a «Ultimo Uomo» – magari la gente non ha avuto modo di conoscermi davvero. Mi dispiace non aver avuto l’opportunità di dimostrare il mio valore. Ci sono molte partite da giocare, però forse il c.t. vuole avere il suo gruppo ben formato». Per questo ieri è tornato ad aprire all’azzurro, visto che con la Nazionale maggiore del suo Paese ha giocato solo tre amichevoli e quindi potrebbe essere chiamato dall’Italia. «Ho passaporto, nome, cognome e sangue italiano. Se Ventura chiamasse, sentirei quello che ha da dire e ne sarei onorato. Quella italiana è una grande Nazionale, con molta storia». Impressioni? Con la voglia di rinnovamento che ha Ventura, difficile che ceda alla tentazione di chiamare un trentenne «straniero», sia pure di eccellente curriculum, ma un Comandante fa bene a pensare sempre in grande, e su tutti i fronti. Il Villarreal è avvisato.