«Edin, vieni qui». Spalletti lo ha chiamato a sé, coperto da un cappellino di lana, invitandolo a ridosso di una delle due aree di rigore, mentre gli altri giocatori si dilettavano con il torello sull’erba del Madrigal. Dzeko ha seguito il suo allenatore a passo lento, ascoltandone in silenzio le indicazioni tattiche, le sfumature del ruolo da interpretare contro il Villarreal: contro la migliore difesa della Liga, contro una squadra che si compatta davanti al proprio portiere, serve anche la migliore versione di Dzeko per aiutare la Roma ad avvantaggiarsi nella corsa alla qualificazione. Non ci saranno tante occasioni, forse: bisogna sfruttarne il più possibile. Il prima possibile, anzi.
TRONO – Arrivato a 25 gettoni stagionali, sulla scia della sua annata più prolifica (36), Dzeko ha già segnato al Villarreal proprio in Europa League con la maglia del Wolfsburg. E al Madrigal, ora Stadio della Ceramica, è già stato in visita due volte, la seconda con la maglia del Manchester City (in panchina) nella Champions League 2011/12. Ma è l’attualità, il trend, la sua risorsa più affascinante. Capocannoniere in Serie A, con un occhio fuggevole ai numeri di Cavani e alla Scarpa d’oro, viene da una serie di sei partite di fila con il sorriso del gol. Quando si dice che ai centravanti servono i numeri realizzativi per alimentare l’autostima, beh, questo è davvero il momento ideale, al netto di due rigori sbagliati. E nella continua caccia ai record, Dzeko ambisce legittimamente a competere anche per il trono dei marcatori d’Europa, partendo da una buona classifica meritata dopo la prima fase: 5 reti, una in meno dei battistrada che in questo momento sono Aduriz dell’Athletic Bilbao e Giuliano dello Zenit San Pietroburgo. E’ evidente che, quanto più la Roma andrà avanti nel torneo, tanto più Dzeko potrà giocarsi le sue carte in area di rigore.
TENTAZIONI – La gloria internazionale d’altra parte gli manca. In carriera Dzeko ha vinto il campionato in due Paesi diversi, la Germania e l’Inghilterra, per un totale di 6 titoli festeggiati coppe nazionali incluse, ma non ha mai ottenuto la consacrazione europea. Il suo piazzamento migliore risale ai tempi del Wolfsburg, stagione 2009/10, quando chiuse al terzo posto i gironi di Champions League e poi raggiunse i quarti in Euroleague, prima di essere eliminato dal Fulham. Con il City invece si è trovato due volte di fronte un ostacolo insormontabile, il Barcellona, negli ottavi di Champions. Con la Roma, nel pieno della maturità calcistica, ha la possibilità di superare il suo stesso passato.
PILASTRO – La speranza di Spalletti è che non perda consistenza e lucidità, visto che gioca praticamente sempre: 2594 minuti in stagione, pochissimi in meno di un altro indistruttibile, Radja Nainggolan, che guida la lista dei più utilizzati della Roma a quota 2.611. «Senza Dzeko dovremmo ricominciare a giocare in modo diverso, nessuno ha le sue caratteristiche – ha ammesso Spalletti nella conferenza stampa di ieri – anche se il tridente veloce lo scorso anno ci ha regalato ottimi risultati, per certi versi anche migliori». Erano altri tempi, era un altro Dzeko.