Mario Brozzi, a cavallo degli anni ’90 e ’00 medico sportivo dell’As Roma, ha parlato della condizione di salute del difensore giallorosso Evan Ndicka. Queste le sue parole:
“Il giocatore aveva subito almeno due colpi forti al torace che potrebbero aver innescato un trauma alla parte anteriore che, se molto intenso, può provocare la ‘commotio cordis’ ovvero l’arresto improvviso del cuore. Nel caso di Ndicka non siamo arrivati a tanto”. Nel 2000 – ricorda – con Fabio Capello allenatore della Roma spingemmo molto per avere una struttura di cardio-resuscitamento a bordo campo proprio per intervenire su questi episodi”.
Quando Ndicka potrà rientrare a disposizione del tecnico della Roma De Rossi? “Dipende ora da come sta e dall’esito di altri esami che immagino siano stati fatti – risponde Brozzi – Ma se non ci sono complicazioni, potrà rientrare in tempi rapidi”.
Sull’accaduto si è espresso anche Furio Colivicchi, presidente dell’Anmco, l’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, e direttore della Cardiologia clinica e riabilitativa del San Filippo Neri di Roma. Questo il suo pensiero:
“Alla luce di come sono andate ieri le cose per Evan Ndicka, sembra di essere di fronte a un problema cardiorespiratorio dovuto ad un forte trauma toracico. Ricordo il portiere di hockey su ghiaccio, morto dopo essere stato colpito al petto da un fuoco d’artificio partito per errore. Questo genere di colpi a carico del torace sono dei traumi ‘chiusi’ abbastanza violenti, che in determinate condizioni determinano una forma minore di risentimento al cuore o ai polmoni e la comparsa di dolore. Ndicka non ha perso conoscenza, potrebbe essere una presincope con una forte vertigine che l’ha fatto cadere. Va ricordato che i calciatori che giocano in Italia sono sottoposti a controlli medico-sportivi che non hanno uguali al mondo. Abbiamo una legislazione specifica per l’idoneità sportiva agonistica. Ora i tempi di recupero del calciatore della Roma dipendono dall’entità del trauma polmonare, in questi casi c’è anche la possibilità che si formi un livido interno che si deve riassorbire e ci sono dei controlli da fare. Insomma, non è stata una banalità e il fatto che non sia stato dimesso subito è per approfondire la situazione”.
FONTE: adnkronos.com