Otto stagioni in giallorosso, inframezzate dall’esperienza in Cina. Per Stephan El Shaarawy, infatti, il richiamo della Capitale è stato troppo forte, come il legame che ha avuto sin dal primo momento con i tifosi. Per lui, savonese di nascita ed egiziano di origini, Roma è diventata qualcosa di più di una seconda casa. Il numero 92 giallorosso si è raccontato a idealista/news, nel quarto di cinque episodi che coinvolgeranno altri calciatori romanisti per la rubrica “A casa dei campioni”.
Qual è il momento che hai vissuto in giallorosso a cui sei più legato e perché? “II primo gol con la maglia della Roma, segnato all’esordio all’Olimpico. Un gol importante: il gol della vittoria, segnato di tacco e sotto la Sud. Non poteva andare meglio. Poi c’è stato l’abbraccio di tutti i compagni, un momento bellissimo. Quel gol per me è stato liberatorio, molto emozionante”.
Hai sempre vissuto nella stessa zona di Roma o hai cambiato quartiere? “Sono lì dal primo giorno e non ho più lasciato quella zona, anche se non ho vissuto sempre nella stessa casa”
Quali sono le caratteristiche più importanti per te quando scegli una casa (distanza dal centro di allenamento, privacy, metratura, giardino ecc.)? “Quando sono arrivato a Roma, la prima volta, ho scelto un attico, mi piaceva quella tipologia di appartamento, molto apprezzata anche a Milano. Però Roma è diversa, in questa città, con il passare del tempo, ho scoperto altre soluzioni”
Hai qualche vicino di casa tra i tuoi compagni? “No, in questo momento no”
Molti calciatori sono anche appassionati di videogiochi e la loro stanza preferita è l’immancabile sala da gamer, è così anche per te? Qual è la tua stanza preferita? “Non gioco con i videogames ma sono un grande appassionato di biliardo. Nel tempo libero ci gioco molto e la mia stanza preferita della casa, infatti, è proprio quella dove c’è il biliardo”
Resterai a Roma una volta terminata la carriera da calciatore? “Non lo so ancora, diciamo che le opzioni sono Milano e Roma. Però spero di avere ancora tanto tempo per pensarci!”
FONTE: Idealista