Nella primavera del 2016, in piena corsa per la vittoria in Premier League, Claudio Ranieri ripeteva una frase ai giocatori del Leicester: “Cercate il vostro fuoco dentro. Non vergognatevi di sognare”. leri Ranieri ha cercato il fuoco dentro di sé e ha visto che la fiamma si era consumata nello splendido anno e mezzo passato a Cagliari. Dopo la bellissima e sofferta salvezza Ranieri non aveva più nulla da dare a una terra che ama profondamente: la paura di sporcare una storia bellissima ha risolto ogni dubbio.
Così uno dei personaggi più genuini del nostro calcio ha registrato al Teatro Massimo il suo videomessaggio d’addio, in attesa della festa di domani sera allo stadio: “È una decisione sofferta, dura, presa a malincuore ma è giusto lasciare adesso. Già avevo paura nel tornare, temevo di macchiare i tre anni che avevo vissuto qua e che mi hanno riempito il cuore. Dopo le parole di Gigi Riva (“Claudio è uno di noi”) decisi di accettare. Adesso è giunto il momento di lasciarci. Mi auguro di essere ricordato come una persona positiva”.
Il bello di un personaggio così trasversale e longevo nel mondo del calcio è che lo conoscono tutti e ciascuno porta con sé un ricordo diverso. Per la Generazione Z, Claudio è il tecnico del miracolo Leicester. Il segreto di Ranieri, allora e sempre, è entrare nella testa dei ragazzi: “lo farò poca tattica, voi però correte forte”. Non era vero che facesse poca tattica, ma loro non se ne accorgevano. Era tattica anche portarli a cena: “Se non prendete gol, vi meritate una pizza”. Solo che, giunti al locale, i giocatori del Leicester scoprirono che la pizza dovevano impastarsela da soli: “Ci dobbiamo conquistare ogni cosa”. La parola giusta al momento giusto: “Se il problema sono io, mi dimetto”.
La scelta giusta al momento giusto: Totti e De Rossi fuori nell’intervallo di un derby che stava vincendo la Lazio e che poi vinse la Roma. Quell’anno, era il 2010, lo scudetto sembrava così vicino e invece finì sulle maglie dell’Inter perché i giallorossi rovinarono tutto in casa contro la Sampdoria. Ecco, forse è quella l’unica grande amarezza di Ranieri: lui nato a San Saba e legatissimo al club al punto da tornarci un paio di mesi nel 2019 per dare una mano in un momento difficile.
Si è divertito, anzi se l’è proprio goduta. Ed è stato amato dai suoi tifosi e rispettato dagli avversari. Claudio è l’uomo che chiese alla gente di Cagliari di non dileggiare il Bari sconfitto nei playoff per la Serie A. Ranieri è “Tinkerman” (l’indeciso) che diventa “Thinkerman” (il pensatore), per essere poi “King Claudio” e per sempre “Sir Claudio“. Quello che conosce bene il pallone, quello che ne parla con educazione. Quello che ieri ha sentito la campanella suonare: Dilly Ding Dilly Dong. E si è fatto da parte.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – G.B. Olivero