La sua è una storia dolce, d’amore ricevuto e di coraggio, che parte da Creta, passa per Atene e sbarca a Roma, dove Michalis vede la luce, scopre un futuro e trova una famiglia. La nostra: la famiglia della Roma.
La malattia
Nato sanissimo nell’isola di Creta, come tanti bambini qualche anno fa Michalis si prende una comune bronchite. Inaspettatamente, però, il germe circola, vaga per l’organismo e migra nel cuore, provocando una cardiomiopatia dilatativa. Le terapie sembrano funzionare.
Invece, la situazione degenera, il quadro clinico si aggrava e i medici ateniesi, che la prima volta erano riusciti a curare Michalis, suggeriscono ai genitori tre possibili centri altamente specializzati: uno è negli USA, l’altro è in Germania. Il terzo è a Roma: è l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Loro non hanno dubbi. Scelgono l’Italia.
Non c’è tempo da perdere, il cuore non si contrae più, la terapia farmacologica non fa più effetto: al Bambino Gesù lo operano d’urgenza. Michalis resta in reparto per 14 mesi, in attesa di un trapianto. Il padre, i fratelli e la sorella della mamma fanno la spola tra Roma e Creta. Mamma Nelly lascia tutto e gli resta accanto tutto il tempo.
Mamma Roma
Tre giorni prima che il Bambino Gesù ricevesse il cuore di un donatore, Nelly deve però volare a Creta per una questione burocratica. Nessuno poteva immaginare che di lì a poco Michalis avrebbe dovuto sottoporsi all’intervento più importante della sua giovane vita.
Il bambino non è solo quando arriva il momento X – con lui c’è il papà e viene costantemente circondato dall’amore dello staff dell’ospedale – ma piange disperato, cerca la mamma. Aveva sopportato ogni cura, aveva tollerato ogni sofferenza fisica, però sempre con la forza che solo una madre sa trasmetterti. Cosa fare, adesso?
Il personale del Bambino Gesù ha un’idea. In quei lunghi mesi di degenza romana, Michalis si era infatti totalmente immerso nella nostra comunità. Quella romanista. Era diventato uno di noi: un tifoso. Nella sua stanza aveva iniziato a coltivare la passione giallorossa, a vedere le partite, a sognare i campioni della Roma. E quel giorno, quello in cui giunge il cuore, all’Olimpico si gioca Roma-Salernitana.
Dybala ha appena segnato su rigore. Gli infermieri accendono la tv, mandano indietro la partita in streaming e Michalis esulta al gol della Joya. Vede tutto il match, la Roma lo distrae, lui si calma. Torna il sorriso. Adesso è pronto a ricevere il cuore nuovo.
In assenza di Nelly, era stata la Roma a tenere idealmente per mano Michalis. Come una mamma.
Il miracolo
Ma c’è un problema. Il cuore non batte. Per tre giorni, Michalis viene tenuto in vita dai macchinari. Poi, quando ormai le speranze vacillano, i farmaci rimettono in moto il cuore, che inizia così a scandire il ritmo della vita ritrovata. In quei giorni, Michalis riceve le maglie dei giocatori della Roma. Compresa quella di Dybala, con l’autografo di Paulo.
Eppure, non è ancora finita. Quando ormai la strada del recupero pare tracciata, un’infezione attacca l’aorta del bimbo. Un’emorragia lo fa precipitare di nuovo nel buio. I cardiochirurghi del Bambino Gesù tentano il tutto per tutto, consapevoli che quasi certamente Michalis non sarebbe uscito vivo dalla sala operatoria.
Si compie invece il miracolo. Grazie alla straordinaria assistenza di più reparti del Bambino Gesù, Michalis si salva. Di nuovo.
Con i suoi idoli
Nel frattempo, la Società viene informata di questa incredibile storia. A partire da Daniele De Rossi. Il 22 maggio, Michalis viene accolto dalla Roma a Trigoria. “È stato un giorno magico – racconta mamma Nelly -, Michalis era eccitatissimo per la possibilità di conoscere i suoi campioni e per i doni che ha ricevuto.
Michalis è un bambino molto coraggioso. Ha saputo tutto sulla sua malattia, dal primo giorno. Gli ho sempre detto la verità. Non ha mai avuto paura, non ha mai pianto per il dolore. Ha lottato come un leone. Vorrei che questo fosse il messaggio più importante di questa storia: cercate di essere positivi, non vi arrendete mai. Michalis è l’esempio di come si possa guardare al futuro con ottimismo, perché i miracoli avvengono“.
FONTE: asroma.com