La Roma, in questa stagione, si è fatta in tre: prevedibile ma mediocre quella della gestione Mourinho; esplosiva ma con autonomia limitata la prima di De Rossi; sulle ginocchia la seconda targata DDR. Difficile, se non impossibile, dare un voto su queste montagne russe.
Non c’è dubbio però che il nuovo allenatore – bloccato dai Friedkin con un triennale, proprio come il nuovo direttore sportivo Florent Ghisolfi, proveniente dal Nizza – abbia potuto fare un’esperienza fondamentale per presentare nella prossima stagione la sua “vera” squadra. José Mourinho – tra campionato, Coppa Italia e Europa League – ha allenato la Roma per 28 partite: 12 vittorie, 7 pareggi e 9 sconfitte, 46 gol fatti e 30 subiti. Queste le medie dello Special One: 1,53 punti a partita, 1,64 gol fatti e 1,07 subiti.
L’andamento è stato prevedibile, verso il basso. Sconfitte in campionato contro Inter, Milan, Bologna e Juventus; pareggi con Lazio e Atalanta; vittoria contro il Napoli campione d’Italia, che però ha poi chiuso il torneo al decimo posto. Terribile il derby perso in Coppa Italia contro la Lazio, ai quarti di finale. La falsa partenza – 2-2 in casa con la Salernitana e sconfitta 1-2 a Verona nelle prime due giornate – è stata a conti fatti la zavorra che ha fatto colare a picco le ambizioni di qualificazione alla Champions.
Sotto la gestione De Rossi, invece, si sono viste due Roma molto diverse: una fino al 18 aprile (Roma-Milan 2-1, ritorno dei quarti di finale di Europa League) e una dopo. I numeri totali di De Rossi sono questi: 26 partite, 13 vittorie, 7 pareggi, 6 sconfitte, 44 gol fatti e 30 subiti. E queste le medie: 1,76 punti a partita, 1,69 gol segnati e 1,15 subiti.
FONTE: Il Corriere della Sera