Il tempo è relativo. La percezione che si ha del trascorrere dei giorni, mesi e anni dipende sempre dal contesto cui si fa riferimento e tre anni, nello specifico, per una squadra di calcio possono rappresentare un periodo insignificante o sembrare un’eternità. Se si prende in esame la Roma Femminile in tre anni è cambiato il mondo, la dimensione e la squadra delle giallorosse, passata da “aspirante contendente” della Juventus che comandava in lungo e in largo in Italia a dominatrice assoluta del panorama nazionale.
E c’è un momento esatto in cui quello stravolgimento di prospettive e dimensioni ha iniziato a prendere forma: era la notte del 30 maggio del 2021, la notte della finale di Coppa Italia contro il Milan al Mapei di Reggio-Emilia, la notte del primo trionfo romanista.
Ceasar tra i pali, difesa a quattro con Soffia, Swaby, Linari e Bartoli, Giugliano e Bernauer in mediana con Thomas, Andressa e Serturini sulla trequarti alle spalle dell’unica punta Lazaro: questo era l’undici scelto dall’allora allenatrice Betty Bavagnoli per l’ultimo atto di una stagione che aveva visto le romaniste chiudere il campionato al quinto posto alla terza annata dalla nascita della squadra.
Era già cominciato un percorso di crescita costante a livello di rendimento generale e di qualità della rosa, serviva una ciliegina per continuare a volare, per dare un punto da ricordare nell’ascesa verso i vertici del calcio italiano. «Andiamocela a prendere», aveva dichiarato Ceasar qualche giorno prima della gara in un’intervista a Il Romanista e raramente dichiarazioni furono più profetiche: dopo uno 0-0 ricco di tensione e paura di perdere per 120’ fu proprio la romena a diventare assoluta protagonista della lotteria dei rigori che regalò il titolo alle giallorosse (di Vanessa Bernauer il gol decisivo).
Da quel trionfo è cambiato tutto, a partire dalla guida tecnica: Bavagnoli ha lasciato il posto in panchina a Spugna diventando responsabile del settore femminile del club e col tempo sono aumentati investimenti e qualità della rosa, sempre più di respiro internazionale tra campionesse esperte e giovani talenti.
Dopo quel trofeo è arrivata anche la Supercoppa Italiana e la qualificazione in Champions con tanto di storico raggiungimento dei quarti di finale al debutto, hanno cominciato a invertirsi progressivamente gli equilibri in campionato con la Juventus, fino ai due scudetti consecutivi e la seconda Coppa Italia portata a casa da Cesena, ancora ai rigori, stavolta contro la Fiorentina.
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FONTE: Il Romanista – L. Frenquelli