A Un secolo fa, il 25 settembre 2016, il Torino inflisse alla Roma un pesante 3-1 e Luciano Spalletti, alla fine della partita, non fu tenero: «Così non funziona, adesso si cambia». Rivedendo le due squadre ieri, a Fort Olimpico (12 vittorie su 12, 36 gol segnati e 8 subiti), è sembrato davvero che fossero passati cento anni e non cinque mesi. La Roma ha completato una settimana perfetta: tre vittorie tra Crotone, Villarreal e Torino, 10 gol segnati e uno solo subito. E sul gol di Maxi Lopez, arrivato a gara ormai decisa, sul 3-0, la reazione di Szczesny è stata indicativa. Il portiere polacco ha mandato a quel paese tutti i compagni di reparto, perché voleva un altro «clean sheet». Un particolare che avrà fatto molto piacere all’allenatore. Nella gara di andata la Roma si schierò con un 4-2-3-1 e Bruno Peres, terzino sinistro, fu fatto a fettine da Iago Falque, che lo attaccò con continuità alle spalle. Ora la Roma ha costruito le fondamenta sulla difesa a tre — ieri Juan Jesus è stato dignitoso sostituto di Rudiger — e quasi non subisce più tiri in porta. Belotti, che è il centravanti della Nazionale e che in questo campionato ha fatto il salto di qualità definitivo, è stato stritolato da Manolas, con l’aiuto di Fazio. Iago Falque non è esistito, Ljajic ha provato qualcosa nel primo tempo e poi si è stufato, Iturbe e Boyé sono stati cambi inutili.
Un minimo risultato l’ha portato solo Maxi Lopez, quello che si porta una lavatrice sulla schiena. Quando non si hanno grandi motivazioni di classifica è difficile giocare bene. Con Mihajlovic in particolare, visto che il tecnico serbo vive di entusiasmo e grinta. L’unico a cavarsela, ieri sera, è stato il giovane Lukic a centrocampo. Molto male la coppia di centrali difensivi De Silvestri-Moretti, ma questo passa il convento. Un anno fa c’erano Glik e Maksimovic. La Roma ha chiuso la pratica in 17 minuti. Prima con Dzeko, in gol per l’ottava partita di fila, e poi con Salah, che ha segnato e colpito un clamoroso palo. Con il rientro dell’egiziano l’attacco della Roma è molto più incisivo. Lo spazio per Perotti e El Shaarawy si è molto ristretto, ma c’è poco da discutere: la coppia Dzeko-Salah vale Higuain-Dybala. A fare quaterna ci hanno pensato Paredes, con un bel tiro di controbalzo da fuori area, e il solito Nainggolan (sette gol in campionato, a segno per la terza giornata consecutiva) su assist di Totti, entrato nel finale. Commovente il numero 24 sulla manica portato da tutti i romanisti, che nel pomeriggio erano passati in massa a Villa Stuart da Alessandro Florenzi. Un gesto sincero, che fa capire l’importanza del gruppo. Giovedì sera, dopo il 4-0 a Villarreal, spazio al turnover in vista di Inter-Roma. Manolas e Strootman, che erano diffidati, hanno gestito bene il compito. A San Siro ci saranno.