I tifosi della Roma sono divisi a metà: da una parte c’è chi è preoccupato perché teme che l’impegno che la famiglia Friedkin sta prendendo con l’Everton possa distogliere i proprietari dai colori giallorossi. Dall’altra, invece, c’è chi è contento perché un gruppo con tale potenza economica non può che essere una buona notizia. Ma come stanno davvero le cose? È la domanda che i romanisti, nelle ultime ore, si stanno ponendo con più frequenza.
I Friedkin, che per acquistare l’Everton sono pronti a mettere sul piatto 650 milioni, di cui 400 solo per mettere a posto i debiti, non hanno intenzione di accantonare la Roma. La Premier è prestigiosa? Sì. Ma lo è anche un club che porta il nome della capitale d’Italia. Per questo il presidente è stato in città qualche giorno fa e per questo, insieme alla Ceo Souloukou, sta cercando di ordinare tutta una serie di situazioni pregresse che impediscono la totale sostenibilità finanziaria del club.
Da una parte c’è il progetto tecnico, dall’altra quello economico e commerciale. Basta sprechi, in ogni settore. Questo non significa che i Friedkin non investiranno più nel club, ma che investiranno meglio. E questo fa tutta la differenza del mondo con le persone giuste nei ruoli giusti.
C’è poi il discorso inglese. Dan Friedkin e il suo gruppo, se tutto andrà come sembra ormai certo, dovrebbero controllare il 94% delle quote in possesso di Farhad Moshiri e la decisione del magnate americano è attesa addirittura a ore, al massimo nei primi giorni della prossima settimana. Qualsiasi accordo dovrà poi essere soggetto all’approvazione della Premier League e in caso positivo (considerata la liquidità del gruppo una formalità) metterebbe i Friedkin al centro di una galassia di club sparsa in tre Paesi: Inghilterra, Italia e Francia, con il Cannes.
Solo poche settimane fa, scriveva The Independent, “un consorzio di investitori internazionali guidato da un uomo d’affari con sede a Londra ha presentato un’offerta di 400 milioni di sterline interamente azionaria per il club del Merseyside. Vatche Manoukian era in contatto con Moshiri da settimane per pianificare il suo approccio prima di fare l’offerta”, ma la solidità del gruppo Friedkin sembra aver avuto la meglio.
FONTE: Il Corriere dello Sport – C. Zucchelli