Ultime notizie dalla Vecchia Fattoria. A Trigoria si sta malinconicamente scoprendo come i tanti animali fin qui evocati nelle pittoresche conferenze di Luciano Spalletti – topini, galline, sciacalli – possono serenamente convivere, ma tutto può diventare un problema quando a (ri)prendere la scena arrivano due galli. Al momento, infatti, solo la doverosa gerarchia che c’è in uno spogliatoio tra allenatore e giocatore consente alla Roma di metabolizzare bene (perché così avviene) il rapporto tra lo stesso Spalletti e capitan Totti, osannato dai tifosi in ogni caso.
VIA DA TRIGORIA – La sortita domenicale del tecnico toscano – che in un tranquillo e vincente post-partita ha legato il suo futuro al rinnovo di Totti («altrimenti me ne vado anche se faccio il triplete») – ha stupito il club e spaccato la tifoseria proprio per la sua gratuità. A domanda sul suo rinnovo di contratto, perché a lungo tirare in ballo Totti, che ancora deve decidere se continuare a fare il calciatore? «Ossessione», hanno titolato molti giornali. In realtà, tutti gli osservatori hanno interpretato la mossa di Spalletti – totalmente fuori contesto – come solo un modo per uscire dall’angolo, viste le voci che lo vogliono corteggiato dalla Juventus e pare anche da Milan e Arsenal. Ma la mossa dialettica si è trasformata in un boomerang, tanto più che ieri ricorreva l’anniversario dalla «cacciata» di Totti da Trigoria.
La storia è nota. Alla vigilia del match contro il Palermo il numero dieci giallorosso chiedeva «rispetto» a Spalletti, spiegando come il rapporto fosse a livello di «buongiorno e buonasera». Il giorno successivo l’allenatore, alla lettura dei giornali, decise di mandarlo a casa, creando un caso di livello mondiale. «Lo hanno cacciato da casa sua», sintetizzò mesi dopo Ilary Blasi raccontando l’episodio che coinvolse suo marito. Un anno dopo il rapporto si è normalizzato, ma nulla più. Totti vorrebbe giocare un po’ di più, Spalletti (giustamente) sta guidando la Roma in una straordinaria stagione e così la situazione resta in bilico, soprattutto alla luce del fatto che il capitano non ha ancora deciso se smettere.
LA SOCIETA‘ – Inutile dire che l’eloquenza di Spalletti ha colto di sorpresa anche il club. Non solo, anche le nuove accuse ai giornalisti («poco simpatici») sono state considerate fuori luogo, tanto più che in questi giorni la dirigenza cerca intelligentemente una sinergia con i media per la questione del nuovo stadio. E allora, perché farsi terra bruciata attorno? Insomma, il messaggio che filtrava ieri dalla società era chiaro: le parole di Spalletti erano «decontestualizzate» rispetto al momento, e la preghiera è indirizzata ai media è stata una: «Consideratelo per quello che fa sul campo, non per quello che dice».
Tutto qui? Non proprio. A Trigoria c’è chi dice che quello di Spalletti possa essere un messaggio a Pallotta (in arrivo a marzo) per anestetizzare un nuovo caso Totti, ma in realtà molti pensano che il «problema» non finirebbe con l’addio al calcio del numero dieci. Il suo futuro ruolo di dirigente apicale, infatti, potrebbe portarlo a convivere con Spalletti (se resterà) in modo difficile. Nel club non sono sicuri che il tecnico gradirebbe che Totti, ad esempio da direttore tecnico, si interfacciasse tutti i giorni con la squadra o andasse in trasferta. Tra l’altro, anche mediaticamente Totti cannibalizzerebbe qualunque presenza al suo fianco, anche perché non si sa il ruolo che verrà offerto alla bandiera giallorossa, che in ogni caso non accetterebbe mai un ruolo in Figc perché l’offerta economica non potrebbe mai essere competitiva rispetto a quella del club. Insomma, ciò che filtra è che – se Spalletti resterà alla Roma – sarà dura che Totti chieda di prolungare, ma nulla può essere escluso perché l’allenatore toscano potrebbe anche decidere di accettare la corte di altri club che possano offrirgli maggiori chance di vittoria. Non è un caso che ieri alcuni siti di scommesse quotavano a 3 l’approdo di Spalletti alla Juventus. In tutto questo, possibile che nel più che agevole match di ritorno contro il Villarreal Totti torni titolare. Troppo poco, ovviamente, per considerarla una dichiarazione d’amore