Si racconta che sia bello a vedersi, che tocchi bene il pallone e che abbia anche grande qualità ogni volta che entro in suo possesso. Insomma, che sia un giocatore tecnico, non a caso nella sua carriera nasce trequartista per arretrare poi il suo raggio d’azione. Quel che però sorprende di Enzo Le Fée è altro, almeno ad andare a vedere i numeri dello scorso anno. Che se è vero che non lo premiano dal punto di vista dei gol (zero in 35 partite) e solo in parte da quello degli assist (5 complessivi) è anche vero che ci danno una sua anima quasi sconosciuta, quella del gladiatore.
Del resto è stato lo stesso Le Fée a ufficializzare questo suo aspetto, nella prima intervista rilasciata in giallorosso e pubblicata mercoledì scorso dai canali ufficiali del club. “Tra i miei valori c’è quello di essere un lottatore – le parole del centrocampista francese – Per questo, oltre alle mie qualità tecniche, spero di portare a Roma anche la mia capacità di saper lottare. In campo do sempre il massimo”.
E andiamo a vedere perché. I numeri, appunto. Quelli che ci danno un volto diverso di Le Fée sono i contrasti, dove nella stagione vissuta al Rennes ne ha vinti 39 su 56, per una percentuale del 69,6%. Non pochi, insomma. Anzi, considerando il fatto che il francese è essenzialmente un giocatore di costruzione, sono anche molti. Per intenderci, lo scorso anno Cristante ne ha vinti, tanto per intenderci.
Insomma, rispetto a due dei suoi nuovi compagni Le Fée ha contrastato meglio. Ed è stato più efficace in uno dei fondamentali della fase difensiva. Il che, appunto, ci fa capire anche perché possa giocare anche nella posizione di mediano davanti alla difesa, magari nel 4-2-3-1.
Ma poi ci sono anche altri dati che ci fanno intuire quanto possa diventare importante per la Roma, questa volta però legati alla fase offensiva. Le Fée nella scorsa stagione di Ligue 1 (dove ha giocato 26 delle 35 partite totali) ha creato 70 potenziali occasioni da tiro, alla media di 2,8 a partita. E da quando si è affacciato nel massimo torneo francese – e cioè dal 2020/21 – ha una media di 1,83 passaggi chiave a gara.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese