Centro di gravità permanente. I 23 minuti di Leandro Paredes in Argentina-Colombia sono da proiettare in ogni scuola calcio del mondo, per mostrare ai bambini come si gioca davanti alla difesa. Il numero 16 romanista, dopo una Copa America trascorsa all’ombra dei suoi compagni di reparto con solo due presenze all’attivo, è stato mandato in campo dal ct Scaloni al settimo minuto del primo tempo supplementare. Quando ogni pallone da tenere tra i piedi diventa pesante come un macigno. Eppure, Leo li ha gestiti tutti, sradicandoli con violenza e tempismo dalle gambe altrui e smistandoli con leggerezza verso quelli con la maglietta albiceleste.
«La sua miglior prestazione in carriera», ha commentato qualche tifoso argentino sui social, esagerando forse di fronte ad un signore che ha appena alzato la sua seconda Copa America di fila, intervallata dal mondiale in Qatar del 2022. Sta di fatto che, in così poco tempo, Paredes è riuscito a ritagliarsi un ruolo di protagonista, entrando anche nell’azione del gol decisivo di Lautaro Martinez, nato proprio da un recupero palla dei suoi con una scivolata “alla Nainggolan” o, se preferite, alla Paredes.
Lacrime di gioia al termine della gara, con anche il saluto via Instagram a un’icona del calcio moderno come Di Maria – all’ultima con l’Argentina – e le foto dei festeggiamenti con i compagni nello spogliatoio e con la famiglia che lo ha seguito negli Stati Uniti. Proprio con questi ultimi, ora, dovrà decidere il suo futuro.
Tornato a vestire il giallorosso soltanto un anno fa, Paredes ha scelto, previo permesso di De Rossi diventato qualche mese più tardi suo allenatore, di vestire la numero 16. Un anno dopo, però, la 16 potrebbe restare senza padrone, perché di recente è giunto all’orecchio di Leandro il canto delle sirene arabe. Un canto a cui è difficile resistere, a 30 anni compiuti. Ancora nessuna offerta ufficiale alla Roma, ma l’Al-Ahli sembra pronto a raddoppiare lo stipendio dell’argentino, che a Trigoria percepisce circa 4 milioni netti a stagione.
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FONTE: Il Romanista – S. Valdarchi