Un capitale, uno status, un problema. Sono andati già via tre centravanti: Lukaku e Azmoun per fine prestito, Belotti di ritorno da Firenze e poi passato al Como per 5 milioni. Saluterà presto, forse dopo le Olimpiadi, anche Shomurodov che non si è rilanciato al Cagliari e ha ancora due anni di contratto. Manca l’ultimo pezzo di muro per la rivoluzione offensiva: è Tammy Abraham, la scommessa che forse non verrà mai accettata dalla Roma.
L’inglese è sul mercato, lo hanno già sonda- to Juventus e Milan, potrebbe essere ceduto prima della fine dell’estate. Ma il ds Ghisolfi è stato chiaro: niente prestiti, nemmeno con diritto. L’operazione si può fare anche con pagamento dilazionato – quindi con obbligo di acquisto nel 2025 purché sia corredata dalla garanzia di un trasferimento definitivo.
Nella scorsa stagione, cominciata molto tardi a causa della lunga convalescenza, ha segnato solo un gol. Ma ha anche deluso De Rossi per qualche atteggiamento non proprio impeccabile. La richiesta è di 25 milioni, che possono scendere a 20/22 con i bonus comodi, requisito minimo per comporre una piccola plusvalenza.
Da un punto di vista economico, Ghisolfi e De Rossi hanno concordato su un punto fondamentale: un attaccante che costa circa 9 milioni lordi di stipendio ogni anno deve essere un plusvalore determinante per la squadra. Abraham, che ha perso una stagione quasi intera a causa della rottura di un crociato, non può rappresentare una certezza. gratificante.
Detto ciò, nessuno vuole scaricare Abraham. Non è previsto un trattamento in stile Karsdorp, nemmeno convocato per il ritiro e in cerca di ingaggi in aree periferiche. Tammy è in questo momento a disposizione della Roma e di De Rossi. Se non arriveranno offerte tali da consigliarne la cessione, partirà comunque come centravanti di riserva. A quel punto dovrà essere lui a sorprendere. E 27 anni non sono troppi per riprendere in mano la propria carriera.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida