Due questioni, fra loro intrinsecamente legate, sono un elemento di rallentamento nella redazione del progetto definitivo dello stadio della Roma di Pietralata. Per terminarlo, vanno completati i sondaggi geologici e gli scavi archeologici. Se i secondi sono una questione di localizzazione degli elementi dei nuovi edifici, primi sono invece essenziali per poter determinare composizione e caratteristiche del sottosuolo e quindi, calcolare le fondamenta del complesso. I sondaggi sono in corso. Ma non possono essere completati. Non si possono completare perché su alcune aree del quadrante di Pietralata è in corso una querelle giudiziaria fra il Comune e alcuni residenti.
In sintesi: il Comune, a inizio anni 2000, espropriò quelle aree divenendone proprietario ma lasciando il possesso delle stesse a questi residenti. Che, dopo oltre 20 anni da quell’esproprio fatto per costruire il mai realizzato Sdo, hanno chiesto ai giudici di tornare in possesso delle aree espropriate.
Nel frattempo, i residenti hanno ottenuto dai giudici che il loro possesso delle aree non sia turbato dai sondaggi della Roma. Che, quindi, non può accedervi. Il Comune ha ordinato il rilascio definitivo di queste aree ma le ordinanze sono state impugnate al Tar dai residenti. Il 1 agosto, il Tar deciderà sulla richiesta dei residenti di sospendere, fino alla sentenza di merito, l’efficacia dell’ordinanza di rilascio.
Richiesta che sarà quasi certamente accolta per non creare un danno irreparabile con la sentenza di merito che non potrà arrivare prima di fine novembre. Senza entrare in queste aree, quindi, i tecnici della Koma non possono completare i sondaggi geologici e, di conseguenza, presentare in Campidoglio il progetto definitivo.
L’altro grande tema che andrà risolto con il progetto definitivo è quello della mobilità: i parcheggi che vanno aumentati, da 4.400 a 6.500 posti, l’accesso con il trasporto pubblico locale e le simulazioni sui flussi di traffico in entrata e in uscita sono gli altri due elementi che i progettisti dovranno affrontare.
FONTE: Il Messaggero – F. M. Magliaro