Ripeterà il turnover?
“Andrebbe fatto con l’allenatore, che ha la maggiore responsabilità. I calciatori c’entrano poco, non li ho messi in condizione per fare una buona partita. Chi ha giocato non si può chiamare riserva, anche dopo una brutta prestazione. Mi dispiace per il risultato, per chi è venuto a vedere la partita, che poteva assistere alla gara senza la tensione dell’episodio. Avendo relegato Perotti ed El Shaarawy a rincorrere i terzini, chi era alla caccia del pallone erano Paredes, De Rossi e Francesco, che non hanno passo di aggressività e loro ci hanno fatto fare fatica. Una volta che Perotti ed El Shaarawy erano bassi, i mediani aiutavano Francesco e i braccetti, Manōlas e Jesus, diventavano quelli che attaccavano nella zona dei mediani. Loro son bravi a fare questo possesso palla tra le linee, appoggio e buttarsi oltre la linea, è una qualità del calcio spagnolo. Li ho costretti a fare quella fatica che non dovevamo fare e a mettere sotto pressione la linea difensiva e spesso anche a sbagliare. Alisson è stato bravissimo, perché loro ci hanno creato problemi al di là dell’1-0. Il turnover si fa con l’allenatore”.
Quanto dovremo aspettare per vedere Vermaelen e Mario Rui in condizione partita? “Hanno avuto complicazioni in conseguenza di quello che ho spiegato, non posso valutare la loro condizione in un atteggiamento dove io gli ho creato problemi. Li ho fatti anche allenare, non ho voluto pensare a questa partita, ma a quell’altra. Probabilmente erano anche un po’ affaticati. Io pensavo che l’entusiasmo ci facesse arrivare, perché la squadra ha lavorato in modo serio, corretto. Loro nonostante la sconfitta di stasera hanno preso la gara sul serio. Anche lì mi sembra di aver lavorato bene, qualcosa mi è mancato nel trasferire la tensione, ma passa per la fatica dell’allenamento e al modulo del primo tempo. Non potevo mettere Manōlas terzino destro, abbiamo mandato Perotti vicino a Totti, Rüdiger alle spalle di Peres e Peres stava più alto. Siamo stati più equilibrati, abbiamo riconquistato più alti. Ho costretto nel primo tempo la squadra a fare quei metri che se non gestisci bene la palla dai la possibilità agli altri di risaltarti addosso. Sei talmente stretto che uno fa 3-4 battute di attacco e uscire da lì è complicato. Passa dalle scelte iniziali”.
Ci commenta l’episodio di Rudiger? “Quando succedono questi episodi sono dispiaciuti tutti, lui era seduto con la testa bassa. Ne parliamo domani. È meglio che avere reazioni che possono andare al di là. Lui stesso si accorge di aver fatto un errore importante, che crea complicazioni alla squadra e a lui stesso. Se ne riparla domani”.
E’ sorpreso dall’eliminazione di Zenit e Athletic Club? “Ci sono squadre forti, eh. C’è il Tottenham, ce ne sono tantissime. A parte il Manchester United, squadra da battere, ci sono squadre organizzate”.
E dell’esonero di Ranieri? “Non si capisce, ci si rimane male. Io ho imparato che ruolo sia quello dell’allenatore, lo so. Ma ho scavallato, sono 20 anni che lo faccio. Non c’è riconoscenza, lui è l’artefice della nascita della chimica che gli ha determinato la vittoria del campionato. Quando vinci un campionato così, se sei coerente accetti anche una retrocessione. Tra i due è talmente dispari come gioia e risultato che devi poterli anche abbinare senza dare la colpa a nessuno. Invece succede così, io lo so, è una conferma che porto come bagaglio di esperienza. Mi dispiace per lui, abita nella nostra città, se ci viene a trovare e sta con noi sarà un piacere”.
Come giudica l’incontro di domani per lo stadio? “Penso che tutti siate a un dovere professionale, la competenza. A vederla così ci sono delle cose che non riesco a capire, nelle ultime ore mi pare ci sia stato un dialogo con il Comune, non so quella che è la risultanza. Mi viene difficile pensare che sia così difficile trovarsi d’accordo per una cosa di cui tutti trarranno beneficio. Si vede che ha dato delle aperture importanti, il movimento del calcio è un movimento importante, determina lavoro a tanti, bisogna dargli sviluppo. La passione delle persone va tenuta presente. A volte viene il dubbio a chi ha interesse a non farlo fare. Viene da ribaltare la regola, la correttezza. Ormai è troppo che se ne parla, ma non sono nelle condizioni di poter giudicare, non sono competente. Sono stimolato a guardarci in maniera più precisa e profonda, anche per conoscenza personale. Pallotta è uno che viene da un altro paese per migliorare il nostro, è il minimo che possa dire. Ci si può aspettare che prenda e vada via. Poi ci accorgeremo dopo di quello che abbiamo perso. Ognuno ha il dovere di dover essere competente nella propria professione”.