La Roma senza Paulo Dybala – ha evidenziato Daniele De Rossi – spaventerebbe. Sì, in effetti è così, visti anche quei ventuno minuti (più recupero) di Cagliari. L’argentino alla Unipol Domus è stato il migliore per giocate pericolose, assist, passaggi chiave.
La Roma si è presentata a Cagliari con Celik e Zalewski negli undici, cioè due calciatori che nella scorsa stagione non erano titolari né con Mourinho né con De Rossi. Quindi, due che non sono pietre angolari del progetto derossiano, che prevede altri giocatori in quei ruoli.
Non a caso, lo stesso tecnico della Roma ha parlato di rosa completa, anzi di più, esagerata. Nella quantità lo è, molto meno nella qualità. Ci sono troppi giocatori in uscita che costituiscono un problema, diplomatico e tecnico. E’ difficile, ad esempio, dover far digerire a Bove il perché gli viene preferito Baldanzi, mezz’ala dell’ultimo minuto e primo cambio a centrocampo a Cagliari.
Non serve Bove? C’è bisogno di un altro, secondo De Rossi, migliore. Stesso discorso vale per Zalewski, che ha giocato perché ElSha non era al meglio. Al momento il problema di De Rossi è dover gestire calciatori che gli servono poco e certi equilibrismi dialettici alla lunga possono metterlo in difficoltà. Tra i giocatori-esubero, c’è anche Smalling, che è il terzo centrale.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni