Quanto perda la Roma con la “cessione” di Paulo Dybala lo sappiamo tutti. Perde la poesia che ogni tanto ci distoglieva dalla prosa di ogni partita, perde ognuno dei 34 gol e dei 18 assist regalati in questi due anni, (…) perde ogni controllo, ogni dribbling, ogni passaggio, ogni tiro, ogni lancio, perde insomma la bellezza che ci aveva lasciato quando aveva smesso Totti e che avevamo ritrovato in tutta la sua accecante lucentezza. (…)
Figuratevi il solletico che ci fanno i tre milioni che, in attesa di conferme ufficiali, i bene informati dicono che siano arrivati alla Roma come indennizzo per liberare il cartellino. A lui invece ne andrà qualcuno in più, tipo 75 in tre anni, e così tutte le future generazioni di Dybalini potranno vivere sonni tranquilli.
Ma nessun moralista in servizio permanente effettivo gli rimprovererà l’ingordigia per la curiosa scelta del (pre)pensionamento d’oro. La responsabilità di questo divorzio, infatti, per la quasi totalità dei commentatori ricade invece sulle spalle della Roma che avrebbe costretto il talento ad andar via per miserrimi motivi. (…)
Cornuta e mazziata, dunque. Perde quasi gratis il suo miglior giocatore, al 99% non riuscirà a sostituirlo con un calciatore di altrettanto fascino, si obbliga ad un mostruoso lavoro di reclutamento nei giorni residui di mercato e saluta il suo più apprezzato testimonial commerciale. (…)
Non ci saranno più le poesie di Paulo, ma era lui che non voleva più declamarle all’Olimpico. In compenso ci sarà la prosa di una squadra diversa. Di cui l’allenatore, il più grande romanista che si sia mai seduto su quella panchina, è pronto ad assumersi ogni responsabilità. (…)
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco