Sembrava un addio, era il più dolce degli arrivederci. Paulo Dybala ha inventato un altra magia, questa volta fuori dal campo: ha detto no ai 75 milioni dell’offerta saudita dell’Al Qadsiah, dopo che tutto faceva pensare alla sua partenza. Nessuno aveva smentito l’accordo raggiunto con il club della Saudi League, mancava solo l’accordo tra i due club, con la Roma che non aveva accettato la prima offerta inferiore ai 4 milioni di euro. Mai attesa è stata più clamorosa nei suoi effetti.
In mattinata, tutto tirava in direzione ostinata e contraria. Una cinquantina di tifosi si sono dati appuntamento fuori dai cancelli di Trigoria per salutarlo. L’argentino, visibilmente commosso, si è fermato per firmare autografi e scattare foto, qualcuno gli ha regalato qualcosa di giallorosso da portare in Arabia, in tanti gli hanno chiesto di non andare. Sembrava che non ci fossero più i margini per un ripensamento. Non era così.
La Joya aveva lavorato soltanto in palestra, svuotato l’armadietto e salutato compagni e Daniele De Rossi. Nei social era spuntato anche qualche commento contro la Joya: “Con la sua partenza si infrange il sogno di tanti bambini che lo vedevano come un idolo”. La Saudi Pro League aveva tentato Dybala a gennaio, con i primi contatti, rispediti al mittente dal calciatore che si vedeva ancora leader indiscusso alla Roma. Il secondo approccio sarebbe poi arrivato a giugno, ma anche in quella circostanza la risposta non era cambiata: “No, grazie”.
La scelta di Dybala è stata accolta con entusiasmo da quasi tutti i tifosi giallorossi. La Roma non perde il suo calciatore di maggior qualità. Cosa succederà, però, al mercato giallorosso senza il risparmio sui 32 milioni di euro lordi di ingaggio per i prossimi due anni? La palla ritorna alla famiglia Friedkin e al direttore sportivo Florent Ghisolfi, che in questi giorni aveva intrecciato molte trattative (Assignon, Danso, Djalò, Riquelme, Boga, Zhegrova, forse il più interessante di tutti). La rosa della Roma ha bisogno di rinforzi, bisogna capire come finanziarli.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini, A. Gigliotti