Dev’essere il destino nostro che a volte, spesso durante le sessioni più sonnacchiose, e dunque preoccupanti, del mercato, all’improvviso fa suonare quel colpo che sveglia una città e la sua gente sparsa in realtà in tutto il mondo e di cui parlano alla fine pure i telegiornali non specializzati. Come se la Roma l’avesse acquistato per la prima volta, anzi, proprio come quando lo acquistò per la prima volta, la notizia del no di Dybala agli arabi ha scatenato nuovamente l’entusiasmo della tifoseria che in poche ore ha polverizzato anche gli ultimi biglietti rimasti invenduti e stasera (…) renderà caldissima la temperatura dell’Olimpico come se non bastasse già il termometro di un’estate che non vuol saperne di attenuare la sua afa.
Questa notte è ancora nostra, dunque, anche se è chiaro solo chi sarà sugli spalti, i soliti 70000 pazzi di Roma, mentre De Rossi nella conferenza stampa prepartita, da cui escono le uniche dichiarazioni pubbliche del club, non si è sbilanciato né sul centrocampo (perché con il ritorno di Paredes uno dei pezzi pesanti, oltre a Bove e Pisilli, dovrà restar fuori) né sull’attacco perché il ritorno del figliol prodigo (almeno dalla fuga virtuale a cui s’era concesso) rende all’improvviso affollato e pieno di estro il reparto. Ma della formazione parliamo a parte.
Ciò che è emerso chiaro dalle parole del tecnico è la sottolineatura di una situazione diventata ormai insostenibile, che non riguarda nello specifico la Roma, ma che penalizza tutti gli allenatori delle squadre in costruzione e con budget non illimitati, e quindi in particolare la Roma: il mercato aperto che, per usare le parole del tecnico, imbastardisce le prime giornate del campionato, come se fossero di un’altra stagione. Epperò i punti contano per questa e lo sa bene la Roma che proprio lo scorso anno per via della partenza ritardata senza i suoi principali giocatori rimediò appena un punto in tre partite costringendosi ad una rincorsa in salita che di fatto non è stata mai completata. (…)
Oggi da una vittoria non si potrà derogare, pena una nuova calata all’inferno in questo eterno ascensore inesausto che va su e giù portandosi dietro gli umori di un popolo intero. Occhio all’Empoli, dunque: D’Aversa è allenatore solido e pure piuttosto fumantino (sconterà oggi in tribuna la seconda delle quattro giornate di squalifica rimediate ai tempi del Lecce per via del contatto testa a testa con il giocatore del Verona Henry, gesto che gli costò la panchina dei salentini). In un campo ridotto malissimo, all’esordio ha pareggiato 0-0 mettendo in mostra però qualche ragazzo davvero interessante soprattutto in zona offensiva. (…)
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco