Déjà-vu. Incubo. Chiamatelo come volete, ma dodici mesi dopo il disastroso inizio della scorsa stagione la Roma si ritrova nella stessa identica situazione. Un punto dopo le prime due di campionato avendo incontrato avversari alla portata come Cagliari ed Empoli, in attesa del big match contro la Juve di domenica.
È la notte di Paulo Dybala, ma all’Olimpico c’è poco da festeggiare, e i fischi sparsi qua e là tra intervallo, momenti della gara e triplice fischio oscurano gli applausi alla Joya e alla sua scelta di restare in giallorosso. Una serata dove la squadra di De Rossi non si è mai accesa e dove sono emersi limiti tattici e di condizione. Il tecnico sceglie quasi la stessa vista formazione vista in Sardegna, fatto salvo per Paredes che torna dalla squalifica e si rimette in cabina di regia, con Cristante preferito a Le Fée. Davanti spazio ai sudamericani dietro a Dovbyk.
Nei primi dieci minuti è l’Empoli ad avere occasioni più pericolose con Fazzini e Gyasi. Ancora Fazzini al ventesimo crea l’occasione più clamorosa da inizio match ma Colombo, poi, la spara sulla traversa. La Roma ha poche idee e sembra lontana dalla condizione atletica ideale. Sembrava potersi chiudere senza reti la prima frazione quando proprio al 45′ il cross di Pezzella trova la sponda di Colombo che pesca Gyasi lasciato colpevolmente solo da Soulé. Così i toscani trovano il vantaggio. Fischi assordanti dell’Olimpico.
Nella ripresa spazio a Zalewski per Celik con uno schieramento totalmente inedito per la Roma. in una sorta di 3-4-3 spregiudicato e senza riferimenti. Inizia come peggio non può la seconda parte di gara per la Roma. Paredes commette un’ingenuità da dilettante perdendo un brutto pallone al limite dell’area contro Esposito, per poi commettere fallo da rigore.
Dal dischetto Colombo spiazza Svilar e di fatto mette fine alla serata. Dentro anche Baldanzi e Le Fée nel tentativo di aumentare la qualità ma in campo regna il disordine. All’improvviso il lampo di Baldanzi a trovare la splendida incornata di Shomurodov che riaccende tifosi e speranze. Finisce tra i fischi e l’amarezza di un campionato iniziato male e un mercato, forse, ancora peggiore in attesa (o forse speranza) di qualche sussulto finale.
FONTE: Il Tempo – L. Pes