Dentro i migliori. Il mantra di Spalletti è pure quello di Pioli. I due colleghi, dentro lo spogliatoio, insistono sul ritornello al momento di preparare ogni partita. La formula, anche se scontata (perché in campo dovrebbero finire quelli che stanno peggio?), sta spingendo in alto la Roma e anche l’Inter. Pochi cambi, magari in corsa e sempre mirati. Il turnover, a sentire i due tecnici, si fa solo quando è indispensabile. Perché spesso è controproducente e quindi si paga. Ne sa qualcosa l’allenatore giallorosso, solo 3 titolari in campo nella partita inutile di giovedì contro il Villarreal per il ko comunque ininfluente; peggio ancora il tentativo a vuoto del nerazzurro che, nel quarto di Coppa Italia contro la Lazio, ha rinunciato in partenza a Icardi, inserendolo solo a eliminazione ormai certificata. La presunzione (con qualche mossa strampalata o azzardata), a volte, è stata fatale ad entrambi. E non solo in questa stagione.
RICARICA OBBLIGATORIA – Spalletti si presenterà a San Siro con la Roma per otto-undicesimi diversa da quella che ha giocato il ritorno dei sedicesimi di Europa League. Insomma ripartirà dalla formazione base che gli ha permesso di restare in corsa su 3 fronti. Spazio, dunque, ai titolari risparmiati proprio per la sfida contro l’Inter: Ruediger (ha giocato la ripresa, ma non tutta, avendo saltato il finale per la sciocca espulsione: probabile la multa), Fazio (dentro solo negli ultimi minuti della partita contro il Villarreal), Nainggolan (in campo solo per un quarto d’ora), Emerson e Strootman (entrambi in tribuna), Szczesny, Dzeko e Salah (spettatori pure loro, ma dalla panchina). Il largo successo (4-0) nella gara d’andata contro il Villarreal ha permesso al tecnico di far scattare la rotazione extralarge.
L’ideale in vista del viaggio a Milano che sarà pure l’inizio del mini ciclo sicuramente più impegnativo: domani i nerazzurri, mercoledì la prima semifinale di Coppa Italia contro la Lazio e sabato lo scontro diretto con il Napoli all’Olimpico. Non è grave la contusione al ginocchio che ha costretto Manolas, a scopo precauzionale, a uscire giovedì dopo il primo tempo. Il difensore, obiettivo proprio dell’Inter per la prossima stagione, dovrebbe farcela. Anche Pioli va sul sicuro e quindi è pronto a dar fiducia agli interpreti più utilizzati. Scontate, però, tre novità rispetto alla squadra schierata domenica a Bologna: Ansaldi, Kondogbia (leggermente influenzato) e Icardi. Anche perché c’è da sostituire lo squalificato Miranda: D’Ambrosio tornerà a fare il centrale difensivo, con Ansaldi (in ballottaggio con Nagatomo) schierato al suo posto sulla fascia sinistra. Kondogbia affiancherà, invece, Gagliadini a centrocampo, con Joao Mario alzato da trequartista (Brozovic tenta il recupero per tornare titolare) e Icardi, scontati i 2 turni di stop, sarà ovviamente il centravanti.
ALLO SPECCHIO – La Roma ha ormai il suo sistema di gioco di riferimento: dal derby del 4 dicembre è il 3-4-2-1. Solo contro la Juve, il 17 dicembre allo Stadium, è stato scelto il 4-2-3-1. Pioli, proprio a Torino lo scorso 5 febbraio contro i bianconeri, ha deciso di sistemare l’Inter con lo stesso modulo dei giallorossi. La difesa a 3 dei nerazzurri, almeno nei movimenti, è simile a quella di Spalletti. Che, nella sua formula ibrida, l’ha battezzata a 3 e mezzo (anche a 4 o a 5). Del resto spesso si abbassano in contemporanea Peres ed Emerson (sempre uno dei due). Con Candreva e di solito D’Ambrosio (domani con Ansaldi o, forse, con Nagatomo che è più veloce: su quella fascia sfreccia Salah) l’assetto nerazzurro sembra addirittura più spregiudicato: un’ala e un terzino.
Ma è anche l’anticamera del 4-2-3-1, mai abbandonato da Pioli: basta spostare a destra D’Ambrosio e far scendere in difesa Ansaldi o Nagatomo per cambiare modulo. Gli esterni offensivi diventerebbero Candreva e Perisic, il trequartista (unico) Joao Mario (l’alternativa Banega). E’ quanto ha fatto Spalletti, all’inizio della ripresa, giovedì contro il Villarreal. Con Ruediger terzino destro e Mario Rui sull’altra corsia, Peres ed El Shaarawy sui lati del rombo offensivo, Perotti dietro a Totti. La strada è identica e anche il rendimento. Se la Roma, con la sua continuità, è sempre al 2° posto, l’Inter, da 10 gare, viaggia al ritmo della Juve: 9 vittorie e 1 sconfitta, quella contro i bianconeri.