C’era una volta una Roma, targata De Rossi, che nelle prime undici gare con DDR in panchina segnava tanto, 24 gol (dietro soltanto ai 26 dell’Inter), alla media di 2.18 reti a partita, nonostante tirasse in porta appena 118 volte (peggio soltanto la retrocessa Salernitana con 111). Era aprile, non 10 anni fa. Poi qualcosa si è rotto. Perché se è vero che nella nuova stagione la Roma ha segnato 2 gol in 4 gare, il trend negativo inizia il 22 aprile. Da quel giorno, tolto il recupero con l’Udinese e messi da parte per un attimo gli 8 punti ottenuti nelle successive 10 gare, i giallorossi vanno in rete appena 9 volte (comprese le 2 con Empoli e Genoa). Una tendenza che non cambia nemmeno in estate, normalmente terreno fertile per abbuffate di gol.
Aldilà delle due partite con altrettante squadre di serie C (Latina e Barnsley), la Roma non segna mai più di una rete: 1 con il Kosice, 0 con il Tolosa, 1 con Olympiacos ed Everton. Cambiano gli interpreti (prima Lukaku, oggi Dovbyk) non il risultato. Appare però singolare come, al netto della gara con la Juventus, la Roma costruisca tanto e segni poco: 1,44 sono gli xg stagionali (2,58 con il Genoa) per 90′ a fronte di appena 0,5 di realizzazione con una media di 29 tocchi in area avversaria (3′ in serie A). Fatalità, sfortuna (4 legni), scarsa lucidità degli attaccanti, qualche errore arbitrale (leggi i rigori non concessi a Shomurodov con l’Empoli e a Dybala domenica scorsa)? C’è un po’ di tutto in questo avvio a ritmo ridotto.
C’è soprattutto la ricerca di un’identità che De Rossi al debutto a Cagliari pensava di aver trovato nel 4-3-3 e che invece, dopo la permanenza di Dybala e gli arrivi di due difensori centrali a mercato chiuso (Hermoso e Hummels), ha visto la Roma ripiegare sul 3-5-2 iperoffensivo di Marassi con due attaccanti (Dybala e Dovbyk), due ali come quinti (El Shaarawy e Saelemaekers) e Angeliño nei tre difensori. Il ko del belga (operato ieri) ora complica i piani.
Perché l’equilibrio che il tecnico va cercando lo si può trovare – aspettando di capire se Zalewski sarà reintegrato o meno: oggi si decide – con El Shaarawy confermato a destra e spostando Angeliño a sinistra, inserendo un centrale tra Hermoso e Hummels insieme a Mancini e Ndicka. L’altra possibilità, è quella che Daniele ha paventato nel post-gara contro il Genoa: “Come quinto avrei potuto mettere Dahl o Matias…”. Soulé, quindi, come esterno a tutta fascia.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina