Un avversario forte, una prestazione in crescendo, un errore banale e un solo punto, con l’amaro in bocca. La Roma non va oltre il pareggio in casa dell’Inter, non va oltre i propri “fantasmi” di questo inizio stagione e fa una frenata in vista del periodo decisivo in arrivo. Prima di affrontare Wolfsburg e Juventus, le giallorosse si lasciano sfuggire una vittoria ben costruita e sudata per un attimo di distrazione: il valore della prova, anche in prospettiva, resta, ma la mancata vittoria può pesare in termini di morale e consapevolezza (tralasciando la classifica).
Il primo tempo è iniziato con l’Inter determinata e vogliosa, con Bartoli e Serturini in campo e intenzione di attaccare in velocità la difesa romanista. Le giallorosse hanno carburato più lentamente, pur subendo la fisicità nerazzurra a centrocampo non hanno corso grossi pericoli in difesa e poi, come capita spesso, si è accesa Haavi ed è cambiato il ritmo.
Dalla mezz’ora in poi la norvegese ha cominciato a sgasare sulla sinistra e andare a calciare in porta dalla distanza e la Roma ha schiacciato l’Inter nella sua area con una qualità di possesso che in questa stagione ancora non si era vista. Al 42’ su un angolo guadagnato con un gran destro della stessa Haavi è arrivato il meritato vantaggio romanista con l’autogol di Milinkovic, un 1-0 costuito, meritato e che ha permesso alle giallorosse di chiudere in avanti il primo tempo sfiorando persino il raddoppio.
Giugliano e compagne volevano chiuderla a inizio ripresa, ma a limitarne l’ondata è stata la prima vera grande occasione di marca nerazzurra, quando al 57’ Ceasar con un miracolo ha negato a Robustellini il pareggio. Piovani ha cominciato a inserire attaccanti nel tentativo di alzare il braicentro e riuscendo a non venire schiacciato nuovamente dalla Roma che costruiva bene ma mancava un po’ in fase di finalizzazione. Una frazione sostanzialmente equilibrata tra ripartenze da una parte e dall’altra, compromessa da un errore evitabilissimo di Minami: la giapponese nel finale ha regalato il rigore che poi Karchouni ha trasformato.
Questo è un problema che la retroguardia romanista fronteggia sin dall’inizio dell’anno, errori individuali o tecnici vicino o dentro l’area di rigore che vanificano prestazioni intelligenti fatte con maturità a fronte della non ancora perfetta tenuta dei 90’ a ritmi alti. Finisce 1-1, con un po’ di amaro in bocca e tanta strada da fare in poco tempo: giovedì arriva il Wolsfburg.
Da segnalare il rientro di Pilgrim in campo negli ultimi 9’ minuti, per lei un discreto impatto al posto di Haavi che è stata certamente tra le migliori in campo, ma in attacco la squadra di Spugna ha perso molto con l’uscita di Viens: in periodi così intensi si deve poter prescindere dalle individualità e trovare più determinazione nei momenti focali della gara. La crescita c’è, ma i prossimi due step devono vedere ulteriori progressi.
FONTE: Il Romanista – L. Frenquelli