CAN che abbaia forse non morde, eppure crea confusione. Un caos che la Commissione Arbitri Nazionale (CAN per gli esperti) alimenta, anziché chiarire, con scelte talvolta incomprensibili per i tifosi. Inutile girarci attorno: situazioni simili vengono spesso giudicate diversamente. Nel caso del pestone, sarebbe anche tutto abbastanza facile in linea teorica: è fallo e non c’entra la volontarietà (concetto astratto e superato), quindi se il contatto si verifica in area bisognerebbe fischiare il rigore.
Nei casi che qui riportiamo, tre emblematici della passata stagione e altri cinque di quella attuale, emergono però le famose letture differenti. Qualcuno sostiene addirittura che gli arbitri italiani, ultimamente, siano influenzati dalla considerazione che in Europa si sono fatti del nostro campionato: in Serie A si danno troppi rigori, ora 32 in 70 partite. Sarà per questo che a Monza hanno ignorato il pestone di Kyriakopoulos su Baldanzi? Chissà.
Milan-Udinese (4 novembre 2023)
Ebosele va giù in area perché Adli gli tocca appena la punta del piede. Alcuni l’hanno chiamato “rigorino”. Se ne parlerà per giorni.
Lecce-Milan (11 novembre 2023)
La settimana successiva urla di rabbia il Lecce: al minuto 94 i salentini segnano con Piccoli il gol del clamoroso 3-2 dopo essere andati sotto di due reti col Milan. Ma il Var richiama l’arbitro Abisso perché, prima ancora di ricevere il pallone, voltarsi e calciare verso la porta, Piccoli pesta il piede di Thiaw. È uno sfortunato “step on foot”.
Napoli-Juventus (3 marzo 2024)
Il pestone di Nonge su Osimhen è netto, Mariani però fa ampi cenni come a dire “non c’è nulla”. In realtà c’è molto: rigore solare, infatti il Var Irrati interviene per correggere l’errore del collega.
Lecce-Atalanta (19 agosto 2024)
Il piedone destro di Coulibaly su quello sinistro di Retegui: questione di attimi, i due arrivano quasi insieme sul pallone, eppure la dinamica suggerisce al Var Paterna di richiamare Massa. Abbiamo già detto che il concetto di involontarietà non sta né in cielo né in terra, ma se mai dovesse esserci un intervento senza dolo questo – molto più del contatto Kyriakopoulos-Baldanzi – sarebbe un esempio ideale.
Fiorentina-Lazio (22 settembre 2024)
La partita sta per finire, il campo quasi e la palla è già partita dal piede destro di Dodò: Nuno Tavares però lo colpisce e così Marcenaro viene richiamato al monitor da Abisso. Il terzino viola non era più in grado di creare un pericolo, eppure sarebbe stato penalty anche se il fallo si fosse consumato oltre la linea di gioco.
Como-Verona (29 settembre 2024)
Altro caso al limite, forse trattasi di rigore esagerato: Sergi Roberto con la punta del suo piede “pizzica” appena quello di Lazovic. Marini fa quella che molti considerano una OFR avventata, cioè manda al Var l’arbitro di campo (Giua) in modo un po’ troppo frettoloso.
Napoli-Monza (29 settembre 2024)
Nella stessa giornata di Como-Verona c’è il contatto tra Bianco e Di Lorenzo al Maradona: il calciatore del Monza tocca il capitano del Napoli con la punta dello scarpino appena sotto il malleolo. Qui il rigore non viene dato (giustamente), l’episodio però somiglia molto a quello di Como-Verona.
Monza-Roma (6 ottobre 2024)
Arriviamo così al caso Baldanzi di domenica, che ha generato le recenti polemiche. A “Open Var” il vicedesignatore Gervasoni ha spiegato che “entrambi i calciatori guardano la palla, riteniamo che sia uno scontro di gioco”, ma questa appare più una difesa d’ufficio a protezione della categoria. “Non vogliamo che dei microtocchi siano puniti con il rigore – prosegue – Sullo step on foot, per essere punito con intervento Var, ci deve essere imprudenza”. Ancora più paradossale il colloquio tra La Penna e Aureliano. “Gli dà un piccolo pestone sul piede – ammette il secondo dalla sala Var – ma sta correndo e non sta guardando il pallone. Lo pesta nel piede ma non fa alcuna azione fallosa, ok?”. Ok…
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota