Roma. Una città, la Capitale. Due stadi. Forse uno. Magari nessuno. Benvenuti nella Città dove il calcio è una religione senza chiese moderne e l’unico tempio per officiare il culto del pallone è lo Stadio Olimpico. Un gigante provato dal tempo. (…) Due squadre che, guidate da presidenti agli antipodi, hanno già da tempo posato i loro occhi lontano dal Foro Italico. I giallorossi ora sognano Pietralata, i biancocelesti vogliono recuperare il vecchio e cadente Flaminio. Il grande gioco dell’oca degli stadi capitolini, dove a un passo avanti di solito segue un improvviso dietrofront e spesso comanda la politica, è però costellato di trappole. (…)
Lo sanno bene i romanisti, tifoseria per cui la partita dello stadio è diventata una barzelletta. (…) Dopo undici anni di chiacchiere, tira e molla istituzionali, presentazioni in pompa magna, polemiche e inchieste giudiziarie, lo stadio non c’è. (…) Si va avanti, nella speranza (americana) che alla fine non si risolva tutto in un altro grande flop. James Pallotta, ex patron statunitense, si dovette arrendere al pantano di Tor di Valle. (…) Ora, come detto, è la volta di Pietralata. (…) Un progetto da 900 milioni di euro e la battaglia dei residenti. (…) Mentre vanno avanti gli scavi per sincerarsi della stabilità dei terreni di Pietralata, si naviga a vista.
Un andamento che preoccupa il Campidoglio di Roberto Gualtieri. Sì, perché come fu per l’ex sindaca Virginia Raggi, anche il primo cittadino dem è parte della commedia degli stadi. Il Comune, a differenza di quanto accadeva in era grillina, spinge per la realizzazione dell’impianto romanista e, con la sola opposizione dei 5 Stelle, ha già dato tutti i via libera che sono stati richiesti fin qui. (…)
Perché uno stadio, magari con la posa della prima pietra prima delle prossime elezioni, promette di rilevarsi un ottimo affare in termini di consenso. Figurarsi due. (…)
FONTE: Il Venerdì – L. D’Albergo