Immensa. La Roma distrugge l’Inter a San Siro con una prestazione fantastica, blinda il secondo posto a+5 sul Napoli e fa capire alla Juve che non intende mollare un centimetro. Una prova di forza che certifica la crescita sotto tutti i punti di vista di un gruppo che finalmente sembra pronto a raccogliere qualcosa di concreto al traguardo della stagione, guidato da un marziano chiamato Nainggolan. In questo momento – e c’è da discutere – solo Higuain sposta più di lui nel campionato italiano. Mala qualità vera è del collettivo, allenato perfettamente da Spalletti, che per la quinta volta su sei confronti batte Pioli. Sia nel risultato che nelle scelte tattiche. Il senso delle scelte dell’ultimo minuto dei due allenatori sembra di senso opposto. Spalletti decide di non rischiare l’affaticato Emerson e mette dentro un altro difensore puro come Juan Jesus che fa il terzino sinistro. La difesa è a quattro in fase di non possesso, con Rudiger dall’altra parte, e torna a 3 col pallone tra i piedi, quando Juan Jesus si «alza».
Pioli invece lascia fuori Ansaldi e si affida a Brozovic, riportando Perisic sulla linea di centrocampo e chiedendogli di rientrare molto per tamponare la spinta di Bruno Peres e Salah, come fa sul fronte destro Candreva. Eppure l’avvio di partita mostra una Roma che spinge e l’Inter più interessata a difendersi e ripartire. San Siro ribolle, sugli spalti sono in 60mila compreso tutto lo stato maggiore dell’Inter, si parte subito forte. Fazio ferma Icardi lanciato alla grande da Gagliardini, di là Handanovic deve ribattere un tiro di Salah imbeccato da Dzeko. La Roma in pochi minuti prende in mano la gara, con Nainggolan che fa più il centrocampista di sinistra che il trequartista e prende il sopravvento nel duello più intrigante del match contro Gagliardini. E da quella zona di campo nasce il gol bellissimo del vantaggio firmato dal belga. Giallorossi avanti con merito e in pieno controllo. La squadra di Pioli accusa il colpo, perde tutti i duelli in mezzo al campo e rischia di beccare il secondo in ogni momento. Ci va vicino Dzeko ma Handanovic fa una parata delle sue. Poi è Salah ad arrivare con un soffio di ritardo sull’assist del bosniaco. Così si va al riposo con la netta sensazione che la Roma abbia graziato l’Inter. E in avvio di ripresa la reazione nerazzurra arriva. Candreva scalda le mani di Szczesny, quindi Bruno Peres rimedia a un suo stesso errore con una deviazione provvidenziale sul tiro a botta sicura di Perisic.
Pioli si ingolosisce e mette dentro Eder per Brozovic, ottenendo però l’effetto contrario rispetto a quanto sperava: alla prima ripartenza la Roma è micidiale. Stavolta fa tutto Nainggolan, rubando palla a Gagliardini (forse c’è una leggera spinta) e poi inserendosi nella prateria lasciata dai nerazzurri fino alla botta dal limite dell’area che stende ancora Handanovic. Più che un Ninja, è un mostro. L’Inter ci mette un po’ a rialzarsi. Quando arriva in area chiede due rigori: il secondo, per fallo di Strootman, ci stava. La Roma cambia Salah con Perotti e proprio l’argentino crea la palla per il tris ma Dzeko non riesce a finalizzare. E di là arriva il gol di Icardi, che riapre i giochi a dieci dalla fine. Ma la speranza dei padroni di casa dura un attimo: il bomber bosniaco si procura il rigore, lo lascia battere a Perotti e i giallorossi piazzano il colpo del ko. Il primo esame sui 4 terribili serviti dal calendario è superato alla grande, tra due giorni c’è il derby di Coppa, poi Napoli e Lione. Ma questa Roma non può avere paura di nessuno.