Ivan Juric ha la partita di stasera contro il Torino (di sicuro) e la trasferta di Verona domenica (forse) per invertire la rotta e tenersi la panchina della Roma. Almeno fino alla prossima crisi. La vera notizia, però, è un’altra: in caso di esonero dell’allenatore croato non ci sarà il richiamo di Daniele De Rossi ma sarà cercato un terzo tecnico per portare a termine la stagione, dentro un elenco di nomi italiani e stranieri. La speranza, naturalmente, è che Juric possa vincere tutte e due le partite contro le squadre che ha allenato in passato, prendendo quanto meno tempo. Nessuna medicina è migliore del successo. Richiamare De Rossi è sembrata a quasi tutti la scelta più logica, ma non a Dan Friedkin.
Per il presidente, probabilmente, è sembrata solo la più facile, non la migliore. Questo spiega in parte anche il perché del licenziamento di De Rossi dopo solo quattro giornate di campionato. I dubbi partivano da più lontano, cioè dalla conclusione della stagione passata, quando la Roma si era fermata dopo un inizio eccellente. Così c’è da credere che i Friedkin, in un frangente così difficile, non siano convinti del ritorno di DDR. Giusto o sbagliato lo dirà il campo, ma chi mette i soldi di solito decide e chi conosce Dan Friedkin in altri campi lavorativi lo descrive come un decisionista capace anche di andare controcorrente.
Così, almeno per adesso, avanti con Juric, che ieri non si è nascosto dietro a un dito: “Sono stati giorni di litigi pesanti. Meglio che sia successo presto, così abbiamo tempo per capire cosa bisogna fare. Per il mio carattere meglio questo tipo di scontri che sentire parlare dietro. Il mio tipo di gioco? Prima di Firenze abbiano preso 5 gol in 7 partite e il Torino l’anno scorso ne ha presi 36 mentre la Roma 46. Se i miei calciatori non sono convinti possono dirmelo e me ne vado, ma non è così. Vogliono fare bene e migliorare”.
Non sono previste punizioni o epurazioni: “lo penso che la rosa della Roma non si possa permettere esclusioni. Al contrario bisogna portare tutti dentro il progetto il più possibile. Però bisogna far capire loro il significato di questa maglia e avere ben chiaro il lavoro che bisogna fare. Non devo escludere ma convincere, anche perché non è tempo di mercato. O meglio ancora: far presente quello che va fatto in questo momento”.
FONTE: Il Corriere della Sra – L. Valdiserri