Una delizia, di qualità ma anche di carattere. Dybala ha scoperto anche l’animo del combattente, presupposto ineliminabile del calcio di Juric. La felicità del gol, meraviglioso per scaltrezza ed esecuzione, è stata sfogata con un comportamento eloquente: Paulo ha afferrato la maglia come a dire «E’ mia, sono orgoglioso di indossarla» e ha cacciato un urlo «Vamos» che aveva tenuto in gola da molto tempo. In campionato, guardando le reti su azione, non segnava proprio dall’ultimo Roma-Torino, il 26 febbraio, quando si esibì addirittura in una tripletta che stese il suo allenatore attuale.
(…) Di questa Roma che balbetta idee, senza dare davvero l’impressione di volerle (o poterle) applicare, Dybala sta diventando non solo il genio delle soluzioni inattese ma anche «il leader tecnico», come lo ha definito Juric giovedì sera. I due si conoscono da molto tempo, per la precisione dalla stagione a Palermo in cui Paolino era un giovane argentino apprendista di calcio italiano e Juric il vice allenatore che affiancava Gasperini. Chi pensa che uno come Dybala possa rischiare di non giocare con Juric non conosce la storia. Il feeling tra loro non è mai venuto meno dopo che Juric, rivolgendosi rispettosamente al boss, sollecitò l’impiego di questo talento straordinario a dispetto dell’immaturità professionale.
A distanza di un decennio Dybala è «la luce della Roma», come aveva compreso Mourinho, che si sta adattando a qualunque compito. Persino contro natura, in Roma-Inter, quando si ritrovò per un tilt collettivo a inseguire Lautaro Martinez sulla ripartenza fatale. E addirittura falso nove, posizione già occupata nel recente passato, nell’emergenza e nella stitichezza offensiva. La sua speranza, prima di tutto, è stare bene il più a lungo possibile. Da questo punto di vista i prossimi giorni sono molto importanti, perché sono in arrivo le convocazioni della nazionale argentina: dopo aver saltato la sessione di esami di ottobre, Dybala vuole essere parte del gruppo di Scaloni. Per farlo dovrà evitare infortuni tra Verona, Saint-Gilloise e Bologna. (…)
A proposito di Argentina. Con la nona rete in carriera al Torino, Dybala si è arrampicato su un prestigioso podio: quello dei marcatori del suo Paese in Serie A, raggiungendo Gonzalo Higuain a quota 125. Ma il Pipita era un centravanti, al pari dei primi due: Batistuta e Crespo. Lui è un fantasista. La lunga militanza italiana è servita quindi a Dybala per iscriversi a un club di tutto rispetto. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida