Mats Hummel è un caso. Ma forse più di lui il caso è Ivan Juric che ha deciso di silurarlo dalla sua squadra senza un apparente motivo. Quantomeno sarebbe strano se fosse solo tecnico. Sta di fatto che a Bruxelles anche senza difensori centrali a disposizione Juric gli ha preferito Cristante, adattato al ruolo e non certo una vera e propria sicurezza per il reparto. A lui giovedì si è aggiunto un altro fuori posizione, Angeliño, con il solo Mancini vero centrale di ruolo. La domanda che i tifosi si stanno ponendo dopo il deludente pareggio contro l’Union St. Gilloise è la seguente: “Con Hummels nell’area piccola quel pallone del pari sarebbe finito sulla testa di Mac Allister?”. Non avranno mai una risposta, così come probabilmente riguardo i motivi della ennesima panchina di Hummels in questa stagione. I tifosi sono furiosi per questa esclusione, lo stesso Hummels non può essere certamente contento per il trattamento che gli è stato riservato. Anche perché le premesse erano completamente diverse.
A fine agosto, quando la Roma ha rispedito al mittente Danso per virare sui parametri zero, era stato promesso al tedesco un ruolo di primo piano all’interno della squadra, un posto da titolare, naturalmente seguendo le regole del turnover, da protagonista del reparto che avrebbe dovuto guidare con la sua esperienza e professionalità per blindare la porta e garantire sicurezza e affidabilità davanti a Svilar. A Trigoria erano anche soddisfatti del suo arrivo perché garantiva quei centimetri d’altezza non proprio caratteristica fisica principale della squadra: “Segnerà anche tanti gol”, la certezza al Fulvio Bernardini. Invece la sua avventura in giallorosso fin qui si riduce a soltanto ventitré minuti in campo su 1080 a disposizione. E adesso la delusione è tanta. Così come l’idea di cambiare aria a gennaio se le cose non dovessero cambiare (in Bundesliga c’è la fila per portarlo in squadra) e quella rabbia che sfoga fuori dal Fulvio Bernardini per mantenere la massima professionalità davanti al tecnico e ai suoi compagni di squadra che lo vedono come un vero idolo.
Ad ammetterlo è stato Mancini dopo la partita di giovedì: “Chiamo Mats “il professore” perché già come si presenta è un campione. Nel gruppo si è inserito molto bene, è un leader in questo. Parla tanto anche con noi, cerca di tirarci su. Poi le scelte le fa l’allenatore e io mi limito a solo guardare”. Mancini non vuole commentare le decisioni di Juric ma inevitabilmente lui – come tutta la squadra – è rimasto sbalordito dalla scelta di lasciarlo fuori per inserire in difesa Cristante. Ma più in generale per come sia stato scaricato un difensore che qualche mese fa è stato protagonista in Champions fino alla finale persa contro il Real Madrid. E se l’umore nello spogliatoio non è certo positivo è anche a causa del trattamento riservato a Hummels. Tanti dubbi e punti interrogativi sulla sua esclusione, di certo Hummels si aspettava ben altro da questa esperienza romana.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi