Niente miracolo, neanche un po’. Il Lione è nettamente più forte della Roma bi-campione d’Italia, che al dislivello già noto sulla carta ha dovuto aggiungere anche alcune assenze pesanti e la stanchezza sulle gambe accumulata dopo un ciclo di sfide ravvicinate. Per fisicità, ritmo e qualità, le francesi viaggiano totalmente su un altro livello e si è visto per tutto l’arco della partita. Per fare punti sarebbe servito un miracolo o qualcosa in più, ma non è arrivato: al Tre Fontane la terza giornata di Champions Femminile è finita 3-0 per la squadra più titolata d’Europa.
Eppure la Roma ci ha provato come poteva, con un 11 praticamente obbligato e lo sforzo di Di Guglielmo (in campo tutta la sfida nonostante l’affaticamento muscolare riportato in settimana) e con la voglia di limitare al massimo le offensive delle francesi.
Il Lione ha sin da subito imposto il suo ritmo altissimo con le invenzioni di Horan e la costante spinta sugli esterni di Chawinga e Diani. Resistere però ha significato tanto sacrificio anche da parte di chi avrebbe dovuto pensare alla fase offensiva: l’unica alternativa giallorossa era quella di lanciare rapidamente in avanti dai piedi di Giugliano nel tentativo di scavalcare la linea francese, cosa che, tra gli errori di fretta romanisti e l’attenzione di Renard e compagne non ha mai portato a una vera palla gol.
Dopo tanta attenzione dietro, un gol annullato a Renard e qualche scricchiolio in difesa e sulle palle inattive è arrivato il vantaggio francese, col tap-in di Dumornay sugli sviluppi di un corner al 35’. Sette minuti dopo la stessa Dumornay ha punito un retropassaggio sbagliato da Greggi, tirando dal cerchio di centrocampo e cogliendo di sorpresa di Ceasar.
Nella ripresa il canovaccio non è cambiato e su un’altra grande incertezza da corner è nato il definitivo 3-0, un gol che ha spento la contesa e pian piano anche i tentativi di resistenza delle giallorosse. Chi non si è spento mai sono gli oltre 1.900 del Tre Fontane che hanno continuato a cantare per la squadra anche dopo la sfida, oltre a fischiare Carpenter: l’australiana si è inimicata il pubblico per un dito medio rivolto alla tribuna verso la fine del primo tempo e ogni suo tocco di palla nella ripresa è stata coperta di fischi.
Montemurro ha bollato l’episodio come «cose che succedono e che non serve commentare», la realtà è che il comportamento di Carpenter è stato irrispettoso nei confronti del pubblico giallorosso, protagonista della serata nell’impianto dell’Eur. L’abbraccio alla squadra è continuato anche nel post gara, un messaggio chiaro: avete dato tutto e per noi conta così.
Alla fine è un ko pesante, contro un avversario nettamente superiore, un ko che fa male ma non troppo, perché la Roma adesso è al secondo posto a tre punti sul Wolfsburg con la significativa aggiunta di una migliore differenza reti. Il posto ai quarti ce lo si gioca con loro, il Lione è su un altro livello. Ora il derby per ripartire col campionato.
FONTE: Il Romanista – L. Frenquelli