Video e analisi tattiche, per freddare i pensieri, affidandosi alla solita maniacalità, ormai un riconosciuto marchio di fabbrica spallettiano. Tutto un lavoro per far passare il derby di stasera come un normale turno d’andata della semifinale di coppa Italia, intento reso più semplice dai tantissimi impegni di questo periodo, tra campionato e coppe. La vigilia della gara di stasera contro la Lazio è durata solamente due giorni, con le ultime ore ancora molto intrise dai commenti legati alla vittoria di San Siro. E il post durerà ancora meno, visto che sabato prossimo, all’Olimpico, arriverà lo scontro diretto col Napoli. «Ci siamo dentro fino al collo, volevamo questo livello di confronto, questa intensità di partite – non si mostra preoccupato, Spalletti – Ci saranno delle dispersioni dal punto di vista fisico, ma sono convinto che la squadra si farà trovare pronta. La squadra è maturata, la forza mentale è fondamentale per affrontare questo periodo, che ci vede affrontare squadre di grandissimo spessore». Il tecnico si fida dei suoi, della loro tenuta e delle risposte che avrà sul campo. Ma è consapevole di come in città questa gara sia vissuta in maniera diversa.
Nonostante la fiacca prevendita registrata. «Questo derby vale triplo: la partita in sé, l’accesso alla finale e il significato cittadino. Ma arrivare a una finale che si disputerà a Roma è la cosa che più conta, la più importante. La stracittadina avvicina molto le differenze tra le due squadre e l’elemento emotivo può togliere o aggiungere qualcosa ai reali valori. Ma quanto il timore bussa alla porta, ci deve essere il coraggio di aprire». Guiderà l’attacco ancora Dzeko, al suo quarto derby nella capitale (due gol, entrambi la scorsa stagione), mentre Strootman e, soprattutto, Ruediger, dovranno mantenere i nervi saldi dopo gli episodi registrati nella sfida di campionato, senza cadere in provocazioni. In difesa sarà confermato il terzetto-diga, Manolas, Rüdiger, Fazio. A centrocampo i tifosi si godranno la forma eccezionale di Nainggolan. «Un animale raro, ossessionato dalla vittoria», come da definizione di marchio, anche questo, spallettiano.