Neppure il tinkerman, al secolo sor Claudio Ranieri, è riuscito a tirare fuori dalla sua borsa dei trucchi, l’attrezzo o il medicinale giusto per far ripartire una Roma che a Napoli ha incassato la sesta sconfitta in campionato (in 13 partite, in pratica una ogni due).
Confermando limiti offensivi evidenti certificati dalla mancanza di punte soprattutto quando Dybala marca visita (cioè quasi sempre), una fragilità difensiva che dice 18 reti incassate, una carenza di personalità ingigantita dalla paura con cui scende in campo, un’assenza totale di uomini e qualità sulle corsie laterali dove gli avversari fin qui hanno pasteggiato.
Si può provare a tirarsi su analizzando quello che Ranieri ha cercato di fare a Napoli dove comunque si può perdere contro la squadra in testa alla classifica. Ranieri al Maradona ha scelto di fare come se fosse di fronte a un numero zero della sua Roma.
Dalla certificata consapevolezza di Ranieri sulle problematiche di una squadra costruita male e gestita peggio da una società che è la prima colpevole dello scempio a cui stiamo assistendo, con la Roma impantanata in sabbie mobili da cui non riesce a tirarsi fuori.
Sarà il caso che se ne rendano conto tutti, compresi i media che continuano a parlare e scrivere di una Roma che non c’è. La zona retrocessione è a un passo. Si rischiò la B con Totti, Montella e Cassano. E oggi questa Roma non ha Montella, non ha Cassano, figuratevi Totti.
FONTE: La Repubblica – P. Torri