Non bisogna confondere il buon senso con l’autolesionismo. Claudio Ranieri è un allenatore-psicologo, è stato rispettato quasi sempre dai calciatori oltre che dalla gente proprio perché non ha mai prestato troppa attenzione ai nomi scritti sulle maglie. “Voi mi vedete sorridere – ha detto nella conferenza di insediamento a Trigoria – ma se c’è da incazzarsi non mi tiro indietro”. E allora non sorprendiamoci se dopo gli esperimenti dello stadio Maradona, dove ha esordito per contrappasso il primo saudita della storia in Serie A, la Roma rinuncerà a qualche pezzo importante nelle prossime partite.
Se ne ricordano bene due totem come Totti e De Rossi, sostituiti nell’intervallo di un derby magico sul risultato di 1-0 per la Lazio. Ranieri, che li aveva visti nervosi, li lasciò negli spogliatoi ripartendo con Taddei e Menez. A quel punto il fluido della partita si spostò senza preavviso: il brasiliano Julio Sergio, diventato titolare dopo che Spalletti lo aveva ribattezzato “il più forte terzo portiere del mondo”, parò un rigore a Floccari svegliando l’altro centravanti, Mirko Vucinic, che segnò una doppietta ribaltando il risultato. Ranieri ha affrontato sempre con personalità gli spogliatoi. Vedrete che anche alla Roma, per il bene della squadra, saprà essere risoluto a costo di sembrare impopolare.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida