Adesso il finale di stagione si complica. Perché la Roma, in evidente calo psicofisico, cade all’Olimpico e, perdendo 2 a 1 contro il Napoli che si avvicina (-2), rimette in palio il 2° posto che porta direttamente in Champions. Il 1° ko interno in campionato (a 461 giorni dall’ultimo, contro l’Atalanta, il 29 novembre 2015), insomma, va incidere sulla classifica: la Juve, alle 15 in campo a Udine, ha la chance di prendere il largo (è già a +7). Sarri, sotto lo sguardo dell’esigente De Laurentiis, stravince il duello con l’amico Spalletti e certifica che la sua rosa è meglio allestita: nella fase cruciale dell’annata (e, nella circostanza, del match) proprio i ricambi fanno la differenza. Lo sforzo conclusivo dei giallorossi, palo di Salah e traversa di Perotti, non deve trarre in inganno: l’eventuale pari non avrebbe cambiato il giudizio sulla prestazione. Passiva all’inizio, solo frenetica dopo e soprattutto a tempo quasi scaduto. Il gol di Strootman, utile per restare in vantaggio negli scontri diretti in caso di parità di punti grazie alla differenza reti, diventa l’unica nota positiva del pomeriggio al buio.
MODIFICA INUTILE – La Roma, al 3° stop di fila all’Olimpico dopo quelli contro il Villarreal (Europa League) e contro la Lazio (Coppa Italia), vive dunque il suo periodo peggiore nella stagione. Dopo il derby, il nuovo flop che interrompe la striscia di successi casalinghi consecutivi in campionato (15, contando anche gli ultimi 3 dello scorso torneo). Spalletti, pur preoccupato dal tour de force già a gennaio, sta faticando in panchina quanto i suoi giocatori in campo. Stavolta, conoscendo la traccia del collega, torna al 4-2-3-1, abbandonato il 17 dicembre, la sera del ko allo Stadium contro la Juventus. Ma inciampa di nuovo. Eppure fiutando il pericolo, 2 giorni e mezzo dopo la sconfitta nella semifinale di Coppa Italia, si affida al turnover. Con 5 novità: oltre a Szczesny, Juan Jesus, DeRossi, Perotti ed El Shaarawy. Esclusi contemporaneamente gli esterni Peres ed Emerson e linea difensiva con 4 centrali: Ruediger fa il terzino destro, Juan Jesus il sinistro. Anche Sarri cambia dopo la caduta in Coppa Italia: dentro i terzini Hysaj e Ghoulam, regia affidata a Jorginho e, da centravanti nel tridente leggero, spazio a Mertens. La conferma di Rog è l’intuizione migliore.
SPRINT ANCORA FATALE – Il vecchio sistema di gioco blocca, invece, la Roma. Che timida e impacciata, si ritira nella sua metà campo e lascia l’iniziativa al Napoli. Dzeko resta isolato, Perotti ed El Shaarawy non si accendono. In mezzo al campo il dinamismo di Rog, Jorginho e Hamsik è insopportabile per Nainggolan, De Rossi e Strootman. Il Napoli ha più ritmo e quando verticalizza è spietato. E fa centro al primo tentativo: Hamsik imbuca dritto per dritto, Fazio legge male l’azione e sbaglia ad anticipare Mertens che, tenuto in gioco da Manolas e Juan Jesus, tocca leggero sull’uscita di Szczesny per il vantaggio. La Roma, come contro la Lazio, si fa trovare impreparata alla prima accelerazione degli avversari. In più costruisce poco, statica e scontata. Banti annulla i gol di Perotti che si aggiusta il pallone con il braccio e, prima dell’intervallo, di Mertens che atterra Fazio per liberarsi.
CORREZIONE TARDIVA – La ripresa parte con El Shaarawy a destra e Perotti a sinistra. L’aggiustamento non basta. Fazio regala il pallone e non chiude poi sul cross di Insigne: Mertens, 18° gol in campionato, concede il bis. La Roma, sotto di 2 reti, prova a riemergere con il 3-4-2-1. E con Peres per Fazio e Salah per El Shaarawy. Diawara per Jorginho, la risposta dalla panchina partenopea. De Rossi, già ammonito, rischia il rosso per lo sgambetto a Reina. Banti, invece, caccia per proteste Sarri che, comunque, riuscirà a battere per la prima volta in carriera i giallorossi e Spalletti. L’assalto romanista, mix di rabbia e precipitazione, risulta sterile. Il Napoli, invece, prosegue l’esibizione e spreca più volte la chance per il tris: bravo Szczesny su Rog. Salah, invece, non sfrutta l’occasione più semplice: palo. Il gol di Strootman arriva tardi, a pochi secondi dal recupero. Straordinario Reina su Perotti: deviazione e traversa. Sono 14 i legni colpiti, come la Juve. Che però è lontana.