Uno scricchiolio sinistro si era già sentito nella nefasta serata del derby di Coppa Italia, ma ieri all’Olimpico si è trasformato in un fragoroso crack. Qualcosa s’è rotto nel perfetto meccanismo giallorosso pensato da Spalletti: la Roma non c’è più e incassa il primo ko in campionato dopo una vita (ultima sconfitta interna in serie A risaliva al novembre del 2015). Nello scontro diretto contro il Napoli arriva però il terzo ko consecutivo all’Olimpico dopo Villarreal e Lazio, cosa che assume tutt’altro contorno rispetto a uno scivolone casuale o alla battuta d’arresto ipotizzata dagli ottimisti. Contro gli spagnoli in Europa c’era l’alibi della qualificazione già acquisita: e va bene. Contro la Lazio la possibilità di ribaltare la situazione nella gara di ritorno: e, anche se va molto meno bene, ci può anche stare (è stato però pur sempre il primo vero stop).
Ma la sconfitta di ieri cambia totalmente la prospettiva e deve servire a club e tecnico per fare nuove valutazioni e prendere delle serie contro misure in vista del momento più delicato della stagione. Il ko col Napoli chiude definitivamente il discorso scudetto (ammesso che non lo fosse già da tempo), quello di mercoledì scorso aveva fatto qualcosa di simile sul fronte Coppa Italia, attenzione alla partita in programma giovedì a Lione: sbagliare quella vorrebbe dire mettere a rischio l’intera stagione. Il bilancio della partita di ieri è facile: ha banalmente vinto il Napoli perché ha giocato meglio. Perché ha saputo gestire l’intera gara arrivando sempre prima sul pallone e fare la differenza in mezzo al campo: e mandato per ben due volte Mertens in rete senza apparente difficoltà, tagliando a metà la difesa giallorossa.
La Roma ha sofferto su tutti i palloni, i consueti triangoli veloci non si sono quasi mai chiusi e il dinamismo voluto da Spalletti si è visto solo a sprazzi e sempre senza risultato. Insomma, il proseguimento di quell’involuzione già vista contro la Lazio e che ieri si è conclamata: male tutti o quasi. Il centrocampo esplosivo dei giallorossi è sulle gambe, Nainggolan da solo una volta ancora non è riuscito a fare la differenza e la difesa ha imbarcato di nuovo acqua: forse anche complice il ritorno dello schieramento a quattro. Spalletti del resto ha dovuto fare delle scelte, un turnover per certi versi inevitabile, condizionando la qualità del gioco e degli uomini in campo.
L’attacco ha sbagliato di nuovo troppo (il palo di Salah poteva cambiare tutto), con l’unica gioia della giornata arrivata con il gol di Strootman: pesantissimo, perché mantiene la Roma avanti sul Napoli negli scontri diretti. Dettaglio che alla fine potrebbe anche fare la differenza. Resta la delusione dei tifosi nel vedere una squadra irriconoscibile che si è ritrovata palesemente troppo tardi, solo negli ultimi minuti: quelli nei quali poteva ribaltare il risultato e, per dirla tutta, ha avuto anche un po’ di sfiga, vedi traversa di Perotti nel finale. E forse anche per questo è uscita dall’Olimpico tra gli applausi e i cori della sua tifoseria che sembra aver capito e giustificato il momento di flessione. Chiaro come tutto adesso dipenda dalla gara di giovedì a Lione e dalla semifinale di ritorno di Coppa Italia: per una volta anche la Roma ha una partita che può cambiare una stagione. Importante sarà riuscire a farlo capire ai giocatori. Difficile?