Hai pensato a quanti trofei avrebbe vinto la Roma dopo la tua Coppa?
“Sì, pensavo fosse uno dei tanti, invece di migliorare abbiamo peggiorato (ride, ndr)”.
Un aggettivo per quando la Roma perde con la Lazio? “Triste, puoi perdere qualsiasi partita ma con la Lazio meglio non perdere mai. È troppo sentita dai tifosi, dall’ambiente, vale un campionato per le due squadre. È la partita dell’anno, non la puoi perdere, il tifoso ci rimane molto male, non accetta di perdere con la Lazio. La Roma deve avere la supremazia in questa città”.
Ti ha deluso la Roma di queste ultime due partite? “Mi sembrava una squadra viva e bella, gioca un buon calcio, perché non è che buttiamo via tutto. È una buona squadra, può dare delle soddisfazioni ai tifosi. Ogni tanto ha questi cali di concentrazione che non capisco, non riesco a capirli”.
Forse nemmeno Spalletti… “Anche lui, è un ottimo allenatore, ha dimostrato di essere all’altezza della situazione, ma ogni tanto fa delle scelte che non dovrebbe fare”.
Tipo? “Giocatori che non sono all’altezza di questa squadra, parlo in generale. Cade in certi errori che secondo me vanno rivisti”.
Buono ma non grandissimo… “Particolare, non è un allenatore che fa del suo gioco una cosa sempre importante. È un toscano ed è particolare. Certe scelte, anche se non sono all’altezza di dare giudizi, non dovrebbe farle, a livello tecnico-tattico in campo”.
Ieri? “Ha sbagliato a giocare una partita del genere, io mi sarei messo dietro e avrei sfruttato gli elementi veloci davanti. La Lazio ad esempio si è messa lì e ha fatto contropiedi, gli spazi li hanno creati loro”.
Com’eri tu? “La mia prerogativa era marcare l’avversario”.
Avresti preferito marcare El Shaarawy o Salah? “Non lo so, forse El Shaarawy“.
Come definiresti la Roma? “Può diventare importante se si comporta in un’altra maniera, il rendimento non è da grande squadra. Manca qualcosa per essere vincente in campionato o in qualche competizione importante”.
Cosa succede alla difesa? “È molto forte quando c’è il centrocampo impiegato in una certa maniera. La difesa comincia dal centrocampo, se filtra bene per i difensori è una pacchia”.
Sconfitta contro Lazio e Napoli, come ci si rialza? “Rimboccandoci le maniche, cercando di fare mente locale”.
Quanto conta l’assenza di Florenzi? “Conta perché è un giocatore importante, che stava giocando un ottimo campionato ed è mancato nel momento in cui la squadra aveva bisogno di lui. Quando hai questi giocatori e ti mancano, poi lo senti”.
Filtro a centrocampo: in quale squadra lo riscontra? “La Juventus, eccezionale. Per i difensori è facile, quando hai davanti a te gente che contrasta molto bene, in difesa diventa tutto facile, diventano forti anche i difensori”.
Giocatore antipatico? “Uno che giocava nella Juventus, mi stava sulle palle: il capitano Boniperti, che poi è stato mio compagno di squadra in Nazionale.
Allenatore antipatico? “Herrera. Ha detto che io non servivo più mentre io potevo fare altri due campionati alla grande, potevo andare all’Inter. È stato un periodo particolare. Herrera aveva una carattere particolare, all’Inter ha vinto perché aveva una grande squadra, qua sembrava che avesse inventato lui il calcio”.