«Bella, problematica e disagevole». Così definiva Roma Luca Montuori, architetto 52 enne che oggi può raccogliere l’eredità di Paolo Berdini all’Urbanistica del Campidoglio. Oggi la comunicazione ufficiale arriverà dopo che Raggi avrà sottoposto ai consiglieri M5S il nome e i geni di Montuori, figlio di Eugenio che nel primo dopoguerra lavorò al restyling della stazione Termini. Se sarà ok per tutti, allora l’architetto che è già capo staff del vicesindaco Luca Bergamo avrà subito in mano una catasta di dossier che scottano. Ex mercati generali, Piani di zona, il nodo delle periferie.
Ma è soprattutto quello sullo stadio della Roma il dossier più caldo visto che, dopo il termine perentorio del 30 aprile fissato dalla Regione, ci sarà da correre insieme alla Roma e a Luca Parnasi per disegnare il nuovo progetto, studiare un modo per aggirare i vincoli del Mibact e quindi lavorare sulla delibera che dovrà mantenere l’interesse pubblico dell’opera. «Luca? Ottima scelta, in questa situazione così deprimente può mettere un po’ d’ordine», dice Giovanni Caudo, cioè l’ex assessore all’Urbanistica che, sotto Ignazio Marino, studiò il pacchetto Tor di Valle appena bocciato dalla giunta Raggi. Caudo «benedice» la scelta di chi ha stracciato il suo progetto, insomma. Per raccapezzarsi tocca capire la radice della scelta (quasi) fatta da Raggi per uno dei suoi assessorati «scoperti». E cioè ripercorrere le ultime settimane di ricerche affannose e infruttuose, per altro iniziate prima dello scoppio del caso Berdini.
La miriade di curricula esaminati, i tanti sondaggi nelle università cittadine silurati dalla raffica di «no grazie», sia a La Sapienza sia a Roma Tre. E la decisione di seguire la dritta di Luca Bergamo che da tempo caldeggia la candidatura di Montuori, suo capo segreteria con contratto part time (al 75%, 62 mila euro) con un passato al Mamiani e un presente anche da professore associato di composizione architettonica e urbana a Roma Tre (con molti saggi sulle periferie). Il pregresso «di sinistra» è il filo rosso che unisce Caudo, Bergamo e pure Montuori che, ai tempi, è stato un «veltroniano» convinto.
Ricorda un po’ (anzi parecchio) la storia dell’assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo, anche lui «vetroniano» pentito: la ricerca forsennata dopo l’addio in polemica di Marcello Minenna, le chiamate senza risposta alle istituzioni cittadine e, quindi, una scelta che ricade su un interno. Anche perché forse è l’ unica possibile. E poco importa se Montuori non è un urbanista. Perché adesso, il diktat dei vertici M5S, le caselle vuote devono essere riempite: dopo l’arrivo del city manager, Franco Giampaoletti, si cercano una donna per i Lavori pubblici e un nome per le Politiche sociali. Il tutto prima di volare negli States per il viaggio istituzionale di metà marzo: la sindaca dovrebbe incontrare il sindaco di New York Bill de Blasio e raccontargli il M5S di governo. Tocca mettersi in regola.